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I numeri

Stellantis, ancora cali produttivi

Nei nove mesi del 2025 sono uscite dalla fabbrica 14.135 unità, segnando un -28,3% rispetto al 2024. In termini quantitativi è il dato più negativo nella storia dello stabilimento. Sono stati 84 i fermi complessivi

Stellantis,  ancora cali produttivi

Nuova battuta d’arresto per lo stabilimento di Cassino, la cui produzione registra un’ulteriore flessione, segno tangibile dei ripetuti fermi che ne affliggono la continuità operativa. Un trend in costante declino, anno su anno, che impone una riflessione urgente. Anche il caso Cassino sarà al centro del vertice del 20 ottobre con l’Amministratore delegato Filosa, chiamato a chiarire le prospettive di uno degli impianti più critici del gruppo.

I numeri
Secondo i dati Fim Cisl la produzione nei nove mesi del 2025 è crollata a 14.135 unità, segnando un pesante -28,3% rispetto al 2024. Un dato in termini quantitativi più negativo nella storia dello stabilimento. Da quattro anni si lavora su un solo turno, con un impatto diretto negativo in crescendo sull’occupazione e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Sono 10.600 le produzioni sulle due Alfa Romeo Giulia e Stelvio.  Le Maserati Grecale prodotte sono circa 3.535 e la versione full electric rappresenta solo il 4% sul totale. Fino ad oggi, si sono registrate oltre 84 giornate di fermo produttivo; nelle giornate lavorate circa 600 lavoratori sono stati coinvolti nel Contratto di Solidarietà. Lo stabilimento ha enormi potenzialità, ma senza un piano chiaro e tempi certi si rischia di prolungare l’incertezza. A Cassino è stata assegnata la nuova piattaforma Stla Large Bev, sulla quale si produrranno le future Alfa Romeo Stelvio e Giulia, anche in versione ibrida.

Tuttavia, il lancio, inizialmente previsto per fine 2025, è stato rinviato senza una nuova data e alimentando nuove incertezze. «Un rinvio - afferma il segretario generale Fim-Cisl Ferdinando Uliano che giudichiamo negativamente, poiché allunga la situazione negativa e aumenta il ricorso massiccio agli ammortizzatori. In sede Ministeriale ci è stato comunicato l’arrivo di un terzo modello “top di gamma” per il 2027. Come Fim Cisl riteniamo urgente che Stellantis dia certezze concrete sui tempi del lancio dei nuovi modelli, senza ulteriori rinvii».

Il gruppo
Prosegue, senza segnali di inversione, il deterioramento dei dati produttivi nel comparto italiano di Stellantis, in un 2025 che si configura ancor più critico del già difficile 2024. Nei primi nove mesi dell’anno sono state prodotte complessivamente 265.490 unità tra autovetture e veicoli commerciali, con un crollo del -31,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel dettaglio: -36,3% per le autovetture (151.430 unità) e -23,9% per i veicoli commerciali (114.060 unità). Tutti gli stabilimenti segnano un arretramento, con cali compresi tra il -17% e il -65%. Anche il consuntivo 2025, dunque, si avvia a chiudersi con una contrazione complessiva prossima a un terzo dei volumi produttivi, ben al di sotto delle già caute previsioni formulate a inizio anno. Le stime attuali parlano di poco più di 310.000 unità complessive, con le autovetture destinate a scendere sotto la soglia delle 200.000. Un quadro fortemente allarmante, aggravato dal ricorso esteso agli ammortizzatori sociali, che oggi coinvolgono quasi la metà della forza lavoro del gruppo.

L’incontro con l’Ad
Il prossimo 20 ottobre, a Torino, si terrà il primo atteso incontro tra le organizzazioni sindacali italiane e il nuovo Chief Operating Officer di Stellantis per l’Europa, Antonio Filosa. Un appuntamento di rilevanza strategica, nel quale il sindacato intende porre le basi per un confronto solido e costruttivo, indispensabile per affrontare le gravi criticità che investono il gruppo e, più in generale, l’intero comparto automotive. La Fim Cisl ribadisce la necessità di assicurare a ogni stabilimento una prospettiva industriale e occupazionale chiara e duratura, opponendosi a qualsiasi decisione unilaterale, chiusura o esubero, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni condivise, concrete e socialmente sostenibili. Un obiettivo tutt’altro che agevole, alla luce dei preoccupanti dati produttivi emersi nel biennio 2024-2025.

Governo e Ue
È necessario, per la Fim Cisl, un piano industriale europeo espansivo, sostenuto da debito comune e da un nuovo Fondo europeo per accompagnare la transizione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale. Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e, soprattutto, l’intera filiera dell’indotto metalmeccanico.

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