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La prova del nove in aula

Ecco perché la seduta del question time di domani rappresenterà un termometro politico indicativo. Riflettori su Domenico Marzi e Andrea Turriziani per capire gli effetti “collaterali” della seconda convocazione

La prova del nove in aula

Il termometro politico sarà rappresentato dal question time, in programma domani alle ore 18. Le interrogazioni a risposta immediata e le interpellanze serviranno a capire la situazione dopo il ripristino della seconda convocazione per le seduta ordinaria, fissata per giovedì 9 ottobre alle 8.30 e per venerdì 10 alle 18.30. Il punto è questo: in seconda convocazione bastano 12 presenti per la validità della seduta e dunque è complicato pensare che la coalizione trasversale che sostiene il sindaco Riccardo Mastrangeli possa andare “sotto”. Ecco allora che il question time assume una valenza di tipo politico. La coalizione trasversale conta 16 consiglieri su 33. Di questi, 13 sono stati eletti nel centrodestra nel 2022. Altri 3 no. Francesca Campagiorni (che da un anno fa parte stabilmente di Fratelli d’Italia) aveva concorso nel Polo Civico. Poi ci sono Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Come è noto per circa dieci mesi 3 consiglieri su 4 della Lista Marzi hanno garantito il numero legale in prima convocazione. Parliamo di Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi. Assolutamente determinanti. Non c’è un accordo di tipo amministrativo tra Mastrangeli e la civica di Marzi, che però ha indicato chiaramente alcune priorità programmatiche. Per esempio la riattivazione dell’impianto dell’ascensore inclinato. Un tema attuale nel contesto del Piano urbano della mobilità sostenibile che il primo cittadino sta portando avanti. A questo punto Domenico Marzi potrebbe chiedere risposte e tempi precisi.

Andrea Turriziani e Claudio Caparrelli non faranno mancare il loro sostegno, ma è inevitabile che ora il dibattito si sposterà ancora di più sulle alleanze del 2027. E sulla rappresentanza in giunta. I due aspetti sono più legati di quanto si possa pensare. La sensazione è che Riccardo Mastrangeli non abbia ancora rinunciato all’idea di una ricomposizione con Forza Italia. Anche se le parole del senatore e coordinatore regionale degli “azzurri” Claudio Fazzone non hanno lasciato molti spazi: «La premessa è necessaria: per quello che mi riguarda ho sempre dato la massima importanza e considerazione alle scelte che vengono prese dai rappresentanti locali del partito. Perché loro conoscono il territorio, le dinamiche e perfino le sfumature. Sì, Frosinone è un Comune capoluogo di provincia, ma non è che si può invocare il tavolo regionale soltanto quando fa comodo. Il punto è che il sindaco Riccardo Mastrangeli ha preso le sue scelte sedici mesi fa». Riccardo Mastrangeli ha rilevato: «Da parte mia ho sempre lasciato aperta la porta in Giunta all’ingresso, anzi al ritorno, di Forza Italia ma su basi concrete di collaborazione e non con logiche destabilizzanti. E ciò, da oltre un anno e mezzo, tanto che quella casella è stata da me, e dagli alleati, lasciata libera per rispetto del partito di Forza Italia, malgrado il voto contrario addirittura sugli atti di bilancio».

Una cosa è certa: se la frattura non verrà ricomposta, Mastrangeli guarderà altrove per l’attribuzione del nono assessorato. E le opzioni vanno nella direzione delle civiche che nel 2022 hanno concorso nel centrosinistra. A cominciare dalla Lista Marini, dove in pole position da mesi c’è il nome del segretario cittadino Francesco Trina. Per quanto concerne il Polo Civico, va detto che Claudio Caparrelli, da consigliere, ha la delega al patrimonio. Per la Lista Marzi il discorso è diverso, perché soltanto un’intesa di tipo programmatico-amministrativa potrebbe cambiare la situazione. Per l’assessorato era circolata l’opzione di Carmine Tucci, segretario cittadino. Lo scenario delle prossime elezioni del 2027 è già attuale. Non è un mistero che per Mastrangeli lo schema della coalizione trasversale potrebbe essere riproposto in campagna elettorale. Ma pure in questo caso bisognerà capire cosa succederà nel centrodestra. Riflettori accesi in particolare su Forza Italia. Il ragionamento è sempre lo stesso: Frosinone è un Comune capoluogo. E questo vuol dire che il tavolo regionale del centrodestra cercherà una ricomposizione, anche in extremis.
Fra l’altro, particolare non trascurabile, nella primavera del 2027 si voterà pure per le comunali di Roma.

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