Il tema caldo
07.10.2025 - 10:00
La consigliera regionale Marietta Tidei (Italia Viva – Il Centro – Renew Europe) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata al presidente della Regione Francesco Rocca per chiedere chiarimenti sullo stato di attuazione della legge regionale n. 2 del 2016, dedicata alla prevenzione e al contrasto del bullismo e del cyberbullismo nel Lazio.Una richiesta che arriva in un momento particolarmente delicato, segnato da episodi di violenza e disagio giovanile che hanno scosso l’opinione pubblica, come il tragico suicidio di un ragazzo in provincia di Latina, avvenuto nelle scorse settimane. «Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a queste tragedie – ha dichiarato Tidei –. È necessario capire se gli strumenti previsti dalla legge regionale funzionino davvero e se siano stati messi in campo in modo capillare su tutto il territorio». La consigliera chiede alla Giunta regionale di fornire un quadro aggiornato sugli interventi attivati, sui fondi stanziati e sui risultati raggiunti, valutando la possibilità di potenziare le risorse economiche per nuovi progetti di prevenzione.
La legge regionale 2/2016 prevede infatti una serie di azioni integrate – dalla formazione degli insegnanti e del personale scolastico alle campagne di sensibilizzazione, fino all’istituzione di sportelli di ascolto psicologico per studenti e famiglie – ma, come sottolinea Tidei, «negli ultimi anni si è perso il monitoraggio costante e manca una strategia di lungo periodo».
I dati confermano la gravità del fenomeno: secondo l’ultimo rapporto Istat 2024, quasi un ragazzo su quattro tra gli 11 e i 17 anni ha subito atti di bullismo, mentre una ricerca Eures 2022 realizzata in collaborazione con la Regione Lazio ha rivelato che il 70% degli studenti ha assistito almeno una volta a episodi di bullismo e il 40% ne è stato vittima diretta. «Numeri che devono spingerci a un’assunzione di responsabilità collettiva – ha commentato Tidei – perché dietro ogni statistica ci sono volti, storie, famiglie distrutte da un dolore che poteva essere evitato».
L’esponente di Italia Viva invita a fare rete tra istituzioni, scuole, famiglie e terzo settore, rilanciando programmi di educazione al rispetto e al benessere digitale. «Le scuole devono tornare a essere il primo presidio di prevenzione, non solo un luogo di denuncia dopo che il danno è già avvenuto – aggiunge –. È necessario garantire assistenza psicologica e percorsi educativi costanti, che aiutino i ragazzi a riconoscere e a respingere comportamenti violenti o discriminatori». Per Tidei, il Lazio può e deve tornare a essere una regione guida nella lotta al bullismo e al cyberbullismo. «Le leggi esistono, ma servono continuità, coordinamento e risorse. Solo unendo le forze e lavorando insieme possiamo costruire un ambiente sicuro per i nostri giovani, dentro e fuori le scuole». L’interrogazione sarà discussa nelle prossime sedute del Consiglio regionale.
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