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Cassino

Paolo, acquisiti gli atti scolastici

Ieri i carabinieri di Formia hanno prelevato i registri e i verbali dei consigli di classe dal “Pacinotti”. Un’attività che servirà a confrontare le versioni fornite in questa fase dai docenti e dalla dirigente

Una fiaccolata per ricordare il sorriso di Paolo

Paolo Mendico

Sequestrati i registri e i verbali dei consigli di classe del “Pacinotti”. L’ulteriore attività investigativa affidata ai carabinieri di Formia segue il vertice della scorsa settimana voluto dal procuratore di Cassino Carlo Fucci nell’ambito delle ulteriori verifiche nell’inchiesta per istigazione e aiuto al suicidio aperta dopo la morte del quindicenne Paolo Mendico. L’acquisizione di ulteriori documenti era nell’aria e dovrebbe aiutare gli investigatori a capire se effettivamente lo studente suicida aveva manifestato disagio per quelli che i genitori (originari di Cassino) hanno definito «continui atti di scherno e bullismo» verificatisi durante il primo anno scolastico alla sede distaccata del “Pacinotti”, a Santi Cosma e Damiano.

È un punto sul quale esistono al momento versioni assai diverse.
Come si sa, i docenti e la dirigente del “Pacinotti” hanno dichiarato agli ispettori dell’Ufficio scolastico provinciale che Paolo Mendico non aveva mai manifestato disagio in classe né verso i compagni e che non risultano episodi di bullismo in quella classe, tanto che non ve ne sarebbe traccia nei verbali dei consigli di classe. Per altro verso la mamma e il papà di Paolo sin dal primo momento hanno denunciato il bullismo di cui era vittima il figlio, aggiungendo che loro lo avevano segnalato ai docenti. Di qui la necessità di fare un ulteriore riscontro ai fini dell’inchiesta della Procura ordinaria che procede parallela ma in modo indipendente rispetto a quella amministrativa voluta dal Ministro dell’Istruzione Valditara. Peraltro l’indagine della Procura è estesa anche a quanto sarebbe accaduto quando Paolo frequentava le scuole medie e addirittura le elementari. Già allora veniva preso in giro dai compagni di classe, tanto che proprio a quegli anni risale l’unica denuncia scritta dei genitori, mentre le altre sarebbero avvenute verbalmente nel corso di colloqui del padre Giuseppe con i docenti.

Tra i documenti acquisiti dai carabinieri di Formia, diretti dal maggiore Quintino Russo, ci sarebbero anche i brogliacci dello psicologo del “Pacinotti” di Santi Cosma e Damiano, con il quale Paolo Mendico avrebbe dovuto avere un ciclo di colloqui chiesti proprio dallo studente. Ma anche qui: nelle verifiche effettuate dagli ispettori dell’Ufficio scolastico non sarebbero state trovate tracce di incontri, solo una richiesta di maggio scorso ma non legata ad atti di bullismo bensì ad altro, comunque non specificato nella documentazione fin qui recuperata. La distanza siderale tra le due ricostruzioni rende questa parte dell’accertamento giudiziario particolarmente delicato e complesso. Intanto va avanti l’altro accertamento, quello della Procura dei Minori di Roma sul comportamento dei quattro compagni di classe di Paolo Mendico ascoltati la scorsa settimana e sui quali sarebbero stati trovati elementi utili a ricostruire il loro atteggiamento verso il quindicenne alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico. Paolo si è suicidato la mattina in cui riapriva la scuola senza lasciare alcun messaggio

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