Santi Cosma e Damiano
26.09.2025 - 18:00
Paolo Mendico
C’è una verità scomoda e già documentata, disponibile, a proposito dell’istituto “Pacinotti” di Santi Cosma e Damiano. L’istituto non ha soldi per i problemi psicologici dei ragazzi, nemmeno adesso che uno degli alunni si è suicidato. Il 15 settembre l’Istituto tecnico industriale ha infatti inviato una «richiesta urgente di intervento con figure di supporto per le situazioni difficili che l’Istituto sta vivendo... non avendo le risorse necessarie a tal fine». La lettera è stata consegnata al Comune, che adesso corre ai ripari e con una delibera di Giunta sta pagando lo psicologo che la scuola, nemmeno ora, può assumere. Sembra assurdo ma tanto è.
Un tassello che si aggiunge al resto di una storia che molti continuano a definire incomprensibile, quella del suicidio dell’alunno Paolo Mendico, 15 anni da compiere. Ieri mattina, intanto, si è tenuta una riunione presso la Procura di Cassino a cui ha preso parte anche il maggiore dei carabinieri di Formia Quintino Russo, oltre al capo dell’Ufficio Carlo Fucci e al pm Chiara D’Orefice. È stato fatto il punto delle indagini riferite a eventuali responsabilità penali o omissioni degli adulti, vale a dire insegnanti e dirigenti della scuole frequentate da Paolo Mendico, non solo il “Pacinotti” ma anche le medie di Santi Cosma e Damiano e Castelforte.
Il fascicolo sui minori, in specie quattro compagni di classe di Paolo, è stato trasmesso la scorsa settimana alla Procura dei minori e i ragazzi sono stati anche sentiti con il supporto di uno psicologo. Tutti sono imputabili perché hanno compiuto 14 anni e possono continuare a frequentare la scuola, al momento «a loro carico» c’è l’ipotesi di bullismo ripetuto e la prima fonte di prova sono le dichiarazioni rese da subito dal papà di Paolo, Giuseppe Mendico, e dalla madre Simonetta La Marra (originaria di Cassino). Parte della delicata indagine è basata sull’analisi dei dispositivi in uso a Paolo Mendico - poi sottoposti a sequestro - e nei quali potrebbero esserci chat con insulti o terminologia denigratoria dello stesso tenore denunciato dal padre. Ma questo passaggio è legato alla consegna della perizia affidata dalla Procura di Cassino al Racis dei carabinieri e il cui esito è tra i passaggi più attesi di questa fase dell’inchiesta.
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