La vicenda
20.09.2025 - 15:00
L’asilo di via Zamosch, finito nel 2019 al centro dell’inchiesta della polizia
Presunti maltrattamenti nell’asilo di via Zamosch, ieri la requisitoria del pm e le discussioni delle parti civili. La pubblica accusa ha chiesto una pena pari a due anni per una maestra e a due anni e sei mesi per l’altra. A finire in aula i presunti maltrattamenti su bambini dai 3 ai 5 anni. Era il gennaio del 2019, i piccoli erano da poco rientrati a scuola dopo la pausa natalizia e le due docenti - che all’epoca avevano 63 e 54 anni - si videro notificare la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio di insegnante. Un mese e mezzo d’indagine coordinata dal pm Bulgarini Nomi, quindici giorni di riprese con telecamere nascoste (accordate dalla procura) per capire. Urla, minacce e punizioni, quelle contestate alle insegnanti (una non più al lavoro da diverso tempo). Che hanno sempre negato ogni accusa.
La vicenda scosse l’intera città, oltre che i genitori. E in poco tempo divenne di respiro nazionale.
Poi l’apertura del procedimento, affatto facile. Ieri la puntuale requisitoria del pm, che ha posto l’accento su quella che ha definito «una violenza verbale e psicologica» che sarebbe stata esercitata sui bambini. Le parti civili, che hanno depositato corpose memorie, si sono associate al pm e hanno avanzato richieste importanti per le provvisionali, mentre sul piano del risarcimento del danno si procederà in separata sede. Visto il numero delle famiglie coinvolte (rappresentate da un pool di avvocati tra cui Costanza De Vivo, Eleonora Rea, Ivan Caserta, Diego Troiano, Miria Pacitti, Orazio Picano e molti altri) l’ammontare delle somme è corposo. Le parti civili hanno battuto molto sulla «unicità della prova» legata ai video catturati dalla polizia. Video in cui i genitori coinvolti, hanno rilanciato le difese, hanno riconosciuto i loro bambini.
Si torna in aula il prossimo 17 ottobre per la discussione delle difese delle maestre, rappresentate dagli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola, Marianna Scione e Adriano Cortellessa. Il 30 novembre prossimo è attesa la sentenza.
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