Il dramma
17.09.2025 - 14:00
I genitori di Paolo, ospiti in una delle molte trasmissioni sul caso
Ci sono due indagini parallele e indipendenti aperte dopo la morte per suicidio del quindicenne Paolo Mendico. Una del ministero dell’Istruzione e del merito, iniziata ieri mattina dai tre ispettori inviati dal Ministero che hanno sentito prima la dirigente del “Pacinotti” e i docenti e poi nel pomeriggio i genitori dello studente suicida. Uno dei quali originario di Cassino. L’altra indagine riguarda le possibili responsabilità penali per la morte del minore: come confermato ieri dal procuratore Carlo Fucci, si procede contro ignoti per istigazione o aiuto al suicidio. In tale contesto è stato anche attivato un coordinamento con la Procura dei minorenni di Roma.
Ieri mattina i carabinieri di Formia e Santi Cosma, coordinati dal maggiore Quintino Russo, hanno ascoltato i genitori, i fratelli e le sorelle di Paolo per sentire direttamente da loro i dettagli - dichiarati anche in numerose interviste - sugli atti persecutori e di scherno, fino al vero e proprio bullismo da parte di compagni di classe. Agli atti esiste la denuncia presentata dal papà di Paolo, Giuseppe Mendico, ai carabinieri di Santi Cosma e Damiano, cinque anni fa, quando il bambino frequentava la quinta elementare dell’Istituto comprensivo “Rossi”.
La denuncia di 5 anni fa
In quel frangente fu ascoltata la dirigente dell’epoca e, a quanto risulta, emerse che Paolo in classe era abbastanza sereno, ma fu iscritto alla media inferiore in una classe diversa da quella in cui sono andati quasi tutti i suoi compagni delle elementari. Due anni più tardi lasciò l’istituto “Rossi” per terminare la scuola media a Castelforte. Tutto ciò fino a quando è approdato alla sezione Informatica del “Pacinotti”, dove il suo rendimento è migliorato ma non la situazione complessiva, tanto che a maggio scorso Paolo Mendico chiese l’accesso allo sportello dello psicologo interno alla scuola. Un percorso non iniziato, perché poi sono arrivate le vacanze estive. Sul ruolo dell’istituto superiore nella vita scolastica del ragazzo si concentra l’indagine del ministero dell’Istruzione: ieri è stato il primo dei tre giorni di ispezione. Viene contestato alla dirigente Gina Antonetti la violazione della legge del 2017 contro il bullismo e il cyberbullismo, su cui i docenti hanno consegnato una lunga memoria agli ispettori. Oggi verranno ascoltati altri docenti della stessa scuola, che finora hanno mostrato i registri di classe e dei consigli di classe. Nei verbali non ci sono riferimenti a problemi di bullismo.
Il passato
L’ispezione proseguirà oggi con l’audizione di altri docenti mentre domani verranno sentiti i dirigenti delle scuole medie di Castelforte e Santi Cosma, nonché gli insegnanti delle classi frequentate da Paolo per cercare di individuare da chi provenivano le frasi offensive denunciate dai genitori del quindicenne.
L’eco nazionale
Per tutta la giornata di ieri il paese è stato letteralmente blindato dalle telecamere delle tv nazionali perché la storia di Paolo Mendico è diventata l’emblema della violenza verbale che esiste tra i minorenni e che entra troppo spesso impunemente anche nelle scuole. I docenti del caso specifico si difendono sostenendo che non risultano elementi evidenti che potevano far considerare Paolo vittima di bullismo e che sono stati posti in essere tutti gli strumenti di intervento e prevenzione. Ma proprio questo è l’elemento su cui poggiano le verifiche di entrambe le indagini, poiché i genitori di Paolo hanno ribadito in queste ore di aver sollevato il problema quindici volte, con segnalazioni verbali e con la denuncia di cinque anni fa, nella quale descrivevano le vessazioni. Paolo veniva appellato come «Paoletta», «nano», «Nino D’Angelo», «femminuccia», parole che lo hanno ferito e per le quali si sta cercando di capire se esiste un nesso causale con il tragico gesto dello scorso 11 settembre.
Le scelte del Comune
Ieri mattina la vicenda, che ha sconvolto l’intera comunità di Santi Cosma e tutto il resto d’Italia, è stata affrontata anche in consiglio comunale, pur se in minima parte visto il lutto. La Giunta municipale, riunita nel primo pomeriggio, ha deliberato il finanziamento della convenzione con una psicologa per il supporto degli alunni della seconda Informatica e dei docenti dello stesso canale perché la scuola non ha fondi propri utili ad attivare questo tipo di percorso, almeno fino a quando non potrà accedere ai finanziamenti regionali o a quelli del neonato Consorzio per i servizi sociali del sud pontino. Sullo sfondo di questa storia resta la sensazione che molto sia sfuggito nei livelli di supporto alle prestazioni di assistenza sociale e che adesso sia partita una riflessione sui ritardi, durissima perché dettata dal dolore per la morte di Paolo.
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