Spazio satira
La città
11.09.2025 - 09:00
Frosinone si prepara a un ambizioso viaggio nel tempo, riportando alla luce il suo glorioso passato romano.
Con un investimento di 700.000 euro, finanziato dal programma Pr Fesr 21-27, il Comune ha dato il via a un progetto di valorizzazione delle Terme Romane sul fiume Cosa, un tesoro archeologico emerso di recente, destinato a diventare il cuore pulsante di un percorso che unirà storia, cultura e identità. Due anni di lavori trasformeranno questo angolo della “città bassa” in un polo di attrazione per cittadini e turisti, sotto la guida dell’assessorato ai lavori pubblici, coordinato da Angelo Retrosi (Lista Ottaviani). In questi giorni, il progetto, affidato con procedura diretta tramite la piattaforma TuttoGare, vede al timone un Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (R.T.P.) d’eccellenza: l’architetto Amanzio Farris (mandatario), l’ingegnere Umberto De Matteis, il geologo Roberto Salucci, l’architetto Francesca Laganà e la giovane professionista Carolina De Lillo Magliulo. L’importo offerto, dopo una negoziazione che ha portato a un ribasso del 3%, ammonta a 69.023,38 euro (più Inarcassa e Iva, per un totale di 87.576,86 euro), con un’opzione per la progettazione esecutiva valutata in 15.983,59 euro. Un impegno economico che riflette l’importanza strategica di un intervento capace di riscrivere la narrazione storica di Frosinone.
Le Terme Romane, scoperte nel marzo 2021 grazie alle indagini preventive della Soprintendenza, si trovano a pochi passi dal fiume Cosa, lungo la sponda destra, in un’area pianeggiante della “città bassa” che si snoda tra via di San Giuseppe e la stazione di valle dell’ascensore inclinato. A soli 40 centimetri dall’attuale livello del suolo, sono emersi i resti di un edificio termale di epoca medio-imperiale, con pavimentazioni musive bicrome e rivestimenti parietali marmorei ancora intatti. Un ritrovamento straordinario, che getta nuova luce sulla Frosinone romana, un tempo attraversata dalla via Latina, arteria vitale che collegava il territorio al cuore dell’Impero. Il progetto non si limita alla conservazione di questo sito, ma punta a creare un percorso archeologico integrato, collegando quattro aree di interesse: le Terme Romane, l’area suburbana di Ponte del Rio, l’insediamento di De Matthaeis (con resti di un villaggio volsco e una mansio romana) e l’anfiteatro romano di viale Roma, scoperto negli anni Sessanta. Questi luoghi, incastonati tra le stratificazioni urbanistiche moderne, raccontano una storia che abbraccia l’epoca protostorica fino ai giorni nostri, un mosaico di civiltà da decodificare e offrire al pubblico. L’obiettivo è chiaro: rendere le Terme Romane un “sito collante” che unisca le diverse realtà archeologiche, accessibile e fruibile da tutti. Il progetto prevede la creazione di un percorso di visita inclusivo, con interventi mirati a garantire l’accessibilità per utenze diversificate, dalla segnaletica chiara alla sistemazione di spazi sicuri e accoglienti. Saranno promosse attività didattiche, formative e turistiche, per trasformare il sito in un punto di riferimento culturale e in un volano per il territorio.
«Recuperare il nostro patrimonio culturale significa restituire alla comunità la propria eredità, facendo delle aree archeologiche il cuore pulsante della vita cittadina» si legge nella scheda di progetto approvata dalla giunta comunale. Non solo conservazione, ma una visione che punta a favorire la partecipazione culturale, accrescere la consapevolezza delle risorse del territorio e migliorare la gestione dei servizi culturali attraverso un percorso archeologico unitario.
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