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Tragedia di Ferragosto

Ucciso dall'auto pirata. Sacco al gip: «Quella notte non ero io alla guida»

Gioacchino Sacco, originario di Cassino, ha rilasciato spontanee dichiarazioni e ha respinto le accuse

polizia stradale latina

«Non ero io sull’auto. Non guidavo io la Lancia Ypsilon». Gioacchino Sacco ha respinto le accuse contestate dalla Procura per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, rilasciando spontanee dichiarazioni ieri mattina nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Laura Morselli. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha emesso una misura cautelare in carcere.

Nel provvedimento il magistrato ricostruisce i fatti, sottolinea che il conducente dell’utilitaria ha compiuto una manovra azzardata in fase di sorpasso. Sacco dal giorno di Ferragosto è detenuto in carcere con una accusa pesante. Dopo una breve dichiarazione è rimasto in silenzio di fronte alle contestazioni del magistrato e al termine della camera di consiglio il giudice ha convalidato l’arresto emettendo una ordinanza di custodia cautelare ritenendo quella del carcere la misura restrittiva più idonea e graduata alla luce delle condotte contestate e della gravità dei fatti. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura e dal pubblico ministero Marco Giancristofaro, mentre la difesa rappresentata dagli avvocati Fernando Maria Pellino e Carmela Di Napoli aveva chiesto una misura cautelare meno afflittiva.

Sacco ha respinto gli addebiti contestati dagli inquirenti, ha ribadito che non era lui alla guida, anche se in alcuni frame estrapolati dalle telecamere per gli investigatori c’è proprio lui quella notte alla guida dell’auto. Il giudice alla fine ha confermato la custodia cautelare ritenendo sussistente il pericolo di fuga, in ragione della gravità del fatto e anche per la personalità allarmante dell’indagato e dei suoi precedenti penali. La difesa del presunto responsabile presenterà nei prossimi giorni ricorso davanti i giudici del Tribunale del Riesame per chiedere una misura meno afflittiva nei confronti del proprio assistito. La vettura finita sotto sequestro è intestata a una società, l’uomo ha riferito che lavora nel settore delle auto di lusso. Come aveva raccontato il gemello di Federico che è rimasto illeso: «Camminava a pochi metri da me, davanti, la macchina ci è arrivata alle spalle». Queste le sue parole.

La mente di molte persone è tornata ad una tragedia simile, alla morte di Alessia Calvani, la quindicenne uccisa in via della Stazione a Latina Scalo da un’auto pirata. L’adolescente attraversava sulle strisce pedonali e la Mercedes Classe A che aveva travolto Alessia era stata appena rubata. Era successo il 2 settembre del 2012. Un anno dopo quando l’inchiesta era ad un passo dall’archiviazione, la Polizia stradale di Latina aveva arrestato l’autore, condannato in via definitiva alla pena di sette anni e due mesi per omicidio colposo aggravato, all’epoca non esisteva il reato di omicidio stradale.

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