Terracina
18.08.2025 - 13:20
La vittima il sedicenne Federico Salvagni
«Stavamo tornando a casa di Leonardo, ho visto quella macchina sbandare e venirci addosso, Federico è volato in aria e adesso non c’è più». È il racconto straziante del fratello gemello di Federico Salvagni, raccolto da la Repubblica, che rende l’idea della drammaticità di quanto accaduto nella notte di Ferragosto lungo la provinciale che collega Terracina a San Felice Circeo.
Federico, 16 anni, studente del secondo anno dell’Istituto tecnico Marconi di Latina, stava rientrando con il gemello e un amico dopo una festa in spiaggia. Alle 3.30, all’altezza della “Pensione Anna”, una Lancia Ypsilon li ha travolti. Federico è morto poco dopo in ospedale, l’amico ha riportato ferite lievi, il gemello è rimasto illeso. «Camminava a pochi metri da me, davanti, la macchina ci è arrivata alle spalle», ha raccontato al Corriere della Sera il fratello, ancora sotto shock.
Nessun segno di frenata sull’asfalto, il parabrezza incrinato, paraurti e specchietto destro rimasti a terra. Dopo l’impatto, l’auto è fuggita senza prestare soccorso. Le indagini coordinate dalla Procura di Latina hanno portato in poche ore all’arresto di Gioacchino Sacco detto “Jonathan”, 49 anni, originario di Cassino e residente a Terracina, già noto alle forze dell’ordine.
Sacco è stato rintracciato nel corso di un’operazione congiunta di Polizia, con agenti del Commissariato di Terracina e Polizia stradale, e carabinieri della Compagnia di Terracina. Incrociando le testimonianze e i pezzi dell’auto trovati sul punto dell’impatto, grazie anche alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, è stato individuato inizialmente il modello della vettura, una Lancia Ypsilon. Questo primo lavoro ha consentito ai carabinieri di rintracciare proprio quella macchina in sosta nel parcheggio di un supermercato, riconosciuta anche attraverso i danni compatibili con un investimento pedonale. Nel frattempo la Polizia Locale di San Felice Circeo aveva fornito i dati relativi al lettore delle targhe dei veicoli in transito, che hanno permesso di confermare il coinvolgimento dell’utilitaria abbandonata. Così facendo gli investigatori della Polizia si sono presentati a casa di Gioacchino Sacco. L’indagine prosegue comunque per consolidare il quadro indiziario a suo carico, ovvero provare che fosse proprio lui alla guida dell’auto la notte di Ferragosto. L’uomo non ha risposto alle domande dei detective, ma nelle prossime ore sarà sottoposto all’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.
Ora si attendono i risultati dei test tossicologici, come da prassi. Non è escluso che la tragedia sia stata provocata da una disattenzione al volante, ma gli investigatori ritengono verosimile una velocità ben superiore al limite dei 50 chilometri orari imposto su quel tratto, illuminato ma caratterizzato da una curva e da carreggiate prive di marciapiedi. Il conducente potrebbe aver visto i ragazzi solo all’ultimo momento.
Il nome di Sacco non è nuovo alle cronache. Nel 2019 finì coinvolto nell’inchiesta “Galaxy” della Guardia di finanza di Isernia su una presunta maxi truffa internazionale legata alla compravendita di auto di lusso. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe immatricolato 1.576 vetture di alta gamma come utilitarie, frodando il fisco per decine di milioni. All’epoca Sacco, titolare di due società di rivendita, venne arrestato insieme ad altri 22 indagati e sottoposto all’obbligo di firma.
Il suo profilo, unito al silenzio tenuto in queste ore davanti agli investigatori, alimenta l’attesa di sviluppi giudiziari. Al momento è accusato di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso e si trova nel carcere di Latina a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Intanto la famiglia di Federico, sconvolta, riceve la vicinanza di tutta la città di Latina. Amici e parenti hanno riempito i social di messaggi, ricordando un ragazzo solare, appassionato di musica. L’eco della tragedia riaccende anche la protesta dei residenti. Da anni i comitati locali denunciano i pericoli della provinciale che attraversa una zona piena di residence e case vacanza, molto frequentata da cittadini di Frosinone e non solo. «Qui il limite dei 50 non viene mai rispettato, servono attraversamenti rialzati e dissuasori di velocità», ribadiscono i rappresentanti del Comitato Scafa di Ponte.
Alle loro voci si aggiunge quella dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, che ha diffuso una nota chiedendo interventi immediati: più illuminazione, marciapiedi sicuri, controlli serrati e, in mancanza di misure urgenti, persino la chiusura temporanea della strada. «Non possiamo permettere che altre famiglie conoscano lo stesso dolore», ha dichiarato Giovanni Delle Cave, referente dell’associazione e padre di una giovane vittima.
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