Attentato incendiario, fondamentali testimonianze e telecamere

Sono state fondamentali le testimonianze degli avventori presenti al momento dei litigi con i titolari dei bar da parte dei ragazzi che poi hanno messo in atto l’attentato incendiario la notte del 18 maggio. La collaborazione dei cittadini, come sottolineato dal procuratore Carlo Fucci, unitamente ai sistemi di videosorveglianza hanno aiutato, non poco, le indagini dei carabinieri che hanno chiuso il cerchio - sotto il coordinamento della procura - in brevissimo tempo.

Tutto parte da un diverbio con il titolare di un locale, poi due ragazzi si spostano in un altro esercizio commerciale dove avviano un nuovo litigio con un avventore. Si allontanano per poi tornare con un complice e mettono in atto la “vendetta”: gli sferrano quattro coltellate, una raggiunge l’addome. Parte poi un’ulteriore azione dimostrativa, prendono una bombola di Gpl per uso domestico, sottraggono un estintore da una stazione di servizio e assemblano un rudimentale ordigno incendiario, tipo molotov. Tornati sul posto, danneggiano le vetrate dei due esercizi commerciali utilizzando la bombola e l’estintore come arieti e, successivamente, lanciano l’ordigno incendiario all’interno di uno dei locali, provocando un principio d’incendio.

Così appena qualche giorno fa, i Carabinieri della sezione operativa del nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Cassino danno esecuzione a tre ordinanze di misure cautelari personali emesse, su richiesta della Procura della Repubblica, dal Gip del Tribunale nei confronti di tre persone, tutte residenti a Cassino, già note alle forze dell’ordine. I tre raggiunti dai provvedimenti restrittivi - Francesco Di Mario, Leonardo Di Silvio, Nico Matera - sono indagati per i reati di tentato omicidio, danneggiamento seguito da incendio, furto aggravato, nonché fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno incendiario. Fondamentale anche il senso di sicurezza che si respira in città con i controlli aumentati.