Fiuggi
29.07.2025 - 15:00
L'ingegnere Maurizio Cocco
Il 9 luglio scorso è stato scarcerato, dopo tre anni di detenzione nel carcere di Abijan. Tuttora si trova in Costa d’Avorio. Deve aspettare ancora un po’ per tornare in Italia. Si sta sottoponendo a cure urgenti e importanti. Ieri un’altra buona notizia per Maurizio Cocco: è stato prosciolto da ogni accusa. Nell’udienza d’appello di ieri mattina è stato accolto il ricorso contro l’unica accusa che era rimasta in piedi, quella della frode fiscale. A darne notizia il suo avvocato, Mario Cicchetti.
«Maurizio Cocco è stato assolto dall’accusa di frode fiscale. Il connazionale detenuto per più di tre anni in uno dei peggiori carceri al mondo, in una condizione di detenzione ben oltre i limiti della umana sopravvivenza, è stato dichiarato innocente dalla corte di appello di quel paese. La Corte ha riconosciuto l’innocenza del mio assistito della quale eravamo da sempre convinti e per la quale, unitamente ai colleghi ivoriani, ci siamo strenuamente battuti. Attendiamo l’ingegnere Cocco in Italia a braccia aperte».
Una notizia che ha riempito di gioia la famiglia e gli amici dell’ingegnere. «Finalmente oggi (ieri, ndr) una bellissima notizia - ha scritto in un post la moglie Assunta Giorgilli - È stata emessa la sentenza dopo che gli avvocati ivoriani avevano fatto appello. Tre anni da innocente. Assolto anche dal reato di frode. Ora dobbiamo smaltire tre anni di ingiustizia, non sarà facile ma uniti torneremo una famiglia». Il calvario vissuto nel carcere in Costa d’Avorio è stato raccontato dall’ingegnere Cocco in un video pubblicato sul sito web del Corriere della sera.
«Sono stato liberato dopo 37 mesi di prigionia senza aver commesso nulla. Detenuto in uno dei carceri più brutti della Costa d’Avorio. Quando ho capito di essere stato coinvolto in un dossier molto complicato, perché si parlava di droga e riciclaggio, quindi capi di imputazione gravissimi, mi sono reso conto che qualcosa di catastrofico stava arrivando». Cocco ha raccontato l’inferno vissuto in carcere, vivendo con duecento persone in una camera «tutti ammassati, in condizioni disumane. Ora voglio solo dimenticare, anche se non sarà facile». L’ingegnere ha ringraziato un amico che giornalmente gli portava da mangiare e i beni di prima necessità. Ha ringraziato la sua famiglia e tutti coloro che hanno dimostrato vicinanza e lo hanno aiutato. Ora spera di poter abbracciare quanto prima la moglie Assunta, i suoi figli e tutti i suoi cari.
L’ingegner Cocco era stato incriminato per riciclaggio e traffico di stupefacenti, accuse per le quali è stato assolto. Ma poi è scattata una condanna a due anni per evasione fiscale, pena che ha finito di scontare il 2 giugno 2024. Eppure era ancora in carcere in regime di detenzione preventiva per il processo d’appello. Per la cauzione servivano 150.000 euro. Già una cifra importante era stati inviata ma servivano altri soldi e per questo era stato fornito l’Iban per cercare tutti insieme di salvare la vita a Maurizio. Nel frattempo la catena di solidarietà di amici, familiari e imprenditori non si è fermata. Tutti soldi che tanti familiari e amici hanno donato facendo molti sacrifici. Ed è per questo che, per chi volesse contribuire, resta la possibilità di fare una donazione. (Queste le coordinate: Banca Centro Lazio, conto numero 20/117423. Cocco Alessandro, Iban IT 65 G 0871674442000020117423. Codice Bic: CCRTIT2TBCL). Ieri, dunque, è stato prosciolto da ogni accusa.
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