Valcomino
21.07.2025 - 07:00
Altri settanta giorni di attesa. Troppi. I tempi si allungano ancora ma la Valle, con i suoi diciotto comuni e quasi trentamila abitanti, non ce la fa più. La notizia che la riapertura della galleria “Capo di China” sulla superstrada Sora-Cassino slitti ulteriormente al 30 settembre ha generato grande sconforto. E anche rabbia. I disagi causati dal tunnel chiuso dall’Anas per lavori lo scorso marzo, e che avrebbe dovuto essere riaperto al traffico il 23 giugno scorso, si protrarranno per tutta l’estate, proprio nel momento clou della stagione turistica, con ripercussioni economiche che in molti prevedono disastrose.
Il coordinatore del Partito socialista per la Valcomino, il consigliere di San Donato Lorenzo Cedrone, parla apertamente di una «Valle isolata e tradita», chiamando tutti alla mobilitazione al grido di «Ora servono risposte, non silenzi». «Ci sono decisioni che feriscono più per come vengono prese che per ciò che impongono - rimarca amareggiato Cedrone - Si spera nel confronto, ma poi le decisioni calano, secche e asettiche, come note di protocollo. È accaduto di nuovo: la galleria “Capo di China” resterà chiusa. Una scelta che non tiene conto della vita quotidiana di un intero comprensorio». Cedrone sottolinea come la Valle stia investendo in un modello di sviluppo fatto di agricoltura di qualità, ospitalità diffusa e tutela del paesaggio. «Una visione fondata sul rispetto del territorio e sull’apertura - dice - Ma il rispetto, si sa, deve essere reciproco. E oggi quel rispetto non lo vediamo».
«Il sindaco Pittiglio - aggiunge il dirigente Psi - ha parlato di un calo medio del 70% del fatturato nel trimestre primaverile. Disdette, flussi turistici compromessi, costi di trasporto alle stelle. Tutto questo mentre la stagione estiva, che dovrebbe essere slancio, rischia di piegarsi sotto il peso di decisioni prese altrove. E non a caso, Pittiglio ha scritto al presidente della Provincia, Luca Di Stefano, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo tecnico con Anas, enti locali e rappresentanti delle imprese coinvolte. Una richiesta che come Federazione del Psi rilanciamo con forza, perché senza confronto e chiarezza istituzionale queste scelte avranno solo l’effetto di danneggiare la coesione politica e sociale di una comunità che merita rispetto e progettualità».
«Già in occasione della prima chiusura della galleria - ricorda Cedrone - la consigliera di Atina, Aurora Aprile (FdI) aveva espresso preoccupazione per l’impatto sul traffico e sulla sicurezza lungo le strade alternative, richiamando l’urgenza di un approccio istituzionale condiviso. Una voce che si unì, pur da posizioni diverse, a quella del sindaco Pittiglio e alla mia, in un quadro in cui la tutela del territorio superava, com’è giusto, le appartenenze di parte. Eppure, non tutto si muove nell’ombra. Solo pochi giorni fa, l’11 luglio, alla “Tenuta Palombo” di Atina, la Regione, con Arsial e le Università della Tuscia e La Sapienza, ha scelto la Valle di Comino come “laboratorio” per la strategia forestale regionale. Un segnale concreto: il patrimonio boschivo come risorsa, la partecipazione come metodo. È la prova che, se si vuole, una politica che rispetti i luoghi e le comunità è possibile. Ma allora - chiede Cedrone - perché quella stessa attenzione non si traduce in altre scelte, come la gestione della viabilità? Le aziende agrituristiche, le attività commerciali, i piccoli produttori sono schiacciati da costi di trasporto lievitati, viabilità alternativa logorata e, soprattutto, dalla sensazione sgradevole di non contare abbastanza». Da qui le richieste: «un cronoprogramma vincolante per la riapertura della galleria; misure di sostegno per le imprese danneggiate; interventi urgenti sulle viabilità alternative».
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