Spazio satira
Tragedia di Terracina
13.07.2025 - 08:58
Volti affranti, costernati, pieni di lacrime. C’è chi ancora è incredulo e non riesce a darsi pace per una tragedia che l’ha portata via troppo presto, ad appena 31 anni. Mentre stava lavorando. Quel mestiere di sommelier che amava tanto e che a cui dedicava tutta se stessa, senza mai risparmiarsi.
E ieri un bagno di folla ha assiepato l’interno e l’esterno della chiesa Sant’Anna di Pontinia per tributare l’ultimo saluto a Mara Severin, deceduta lunedì sera a causa del crollo del solaio del Ristorante Essenza di Terracina. Le comunità di Terracina, Sabaudia e Pontinia, coinvolte dal dramma e che hanno proclamato il lutto cittadino, si sono strette attorno alla famiglia Severin ma anche ai suoi numerosi amici, conoscenti e colleghi.
Stravolto lo chef e titolare di “Essenza” Simone Nardoni, come distrutti appaiono non solo i suoi più stretti collaboratori ma anche tutti i rappresentanti del mondo della ristorazione provinciale. Tutti, insieme ai sindaci Francesco Giannetti, Alberto Mosca ed Eligio Tombolillo tentano di sostenere mamma Egle, papà Roberto e la sorella Elisa davanti a un dolore indicibile, a una ferita che non si rimarginerà mai. «Siamo presenti perché della morte di Mara ci importa, siamo interessati a lei perché era una donna speciale, dedicata con passione e professionalità al suo lavoro, accogliente e solare, capace di coinvolgere e trascinare al buon gusto anche i più indifferenti», sono le prime parole di padre Giorgio Turriceni durante l’omelia.
Il parroco, pensando al gesto eroico di Mara che quando aveva intuito che qualcosa di catastrofico stava per accadere non ci ha pensato nemmeno un attimo a far uscire quanti più clienti e colleghi ha potuto, immagina una similitudine: «Come il capitano di una nave, lei ha pensato a salvare tutti prima di sé stessa, ma quel mare è stato troppo burrascoso. Dicono che le stelle che noi vediamo luminose sono morte da tempo, ma noi continuiamo ad essere attratti e affascinati dalla loro luce. Penso che nel caso di Mara ci sia un motivo ulteriore per continuare ad ammirare la sua luce: il senso di responsabilità che le ha fatto anteporre la salvezza degli altri alla sua. L’atteggiamento dell’altruismo lo verifichi nella realtà e non nelle parole. Mara ha dimostrato di essere responsabile e altruista, ha messo al primo posto l’incolumità degli altri e ha pagato con la vita questa scelta». Poi il parroco non riesce a trattenere la sua “rabbia” umana: «Un evento catastrofico che si poteva prevedere ed evitare».
Un’amica, sull’altare, la ricorda così: «Come Iron Man indossavi un’armatura fatta di testardaggine ma, malgrado le similitudini, quello che è accaduto non è un film. Come una supereroina hai aiutato gli altri ma nessun guanto dell’infinito potrà riportare indietro la gemma che avevamo con noi». Sua cugina, sempre dall’altare, annuncia una fiaccolata in suo ricordo che si terrà giovedì a Pontinia.
Intanto, mentre proseguono le indagini della Procura e della polizia di Terracina, l’amministratore della proprietà Giuseppe Emilio fa sapere, attraverso l’avvocato Francesco Di Ciollo, che i lavori di ristrutturazione del 2024 e 2025 «furono un’iniziativa dell’attuale gestione - spiega il legale - Quindi anche gli interventi sulle travi di sostegno e la pannellatura del cartongesso. La proprietà non è mai stata interpellata. Gli unici lavori fatti effettuare dalla stessa proprietà risalgono al 2018 e vennero certificati con una perizia di idoneità statica. Anche le macchie di umidità di sui si è parlato non sono mai state comunicate dalla società di gestione».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione