Spazio satira
Ceccano
10.07.2025 - 06:47
La sorpresa che non ti aspetti. E che alimenta nuove speranze sul futuro dell’intera Valle del Sacco. Nel suolo su cui un tempo sorgeva il birrificio Carlsberg Poretti, anche negli strati più profondi dove scorrono le falde acquifere, non c’è traccia di sostanze inquinanti. Una notizia rilevante considerando che l’area di oltre nove ettari acquistata dieci anni fa e riconvertita dalla società “Hp Invest Srl” è compresa nel perimetro del Sin. Una condizione comune a tante altre industriali dismesse che impone vincoli stringenti quanto onerosi per la ripresa delle attività. Per questo i risultati delle analisi commissionate dalla società e confermati da quelle di controllo eseguite dall’Arpa Lazio non solo spianano la strada a ulteriori investimenti all’interno del sito produttivo e logistico di via Monti Lepini, ma lanciano anche un segnale agli imprenditori che esitano ad avventurarsi nelle complicate e costose pastoie burocratiche imposte dal Sin. Costi che, per la sola caratterizzazione del suolo e delle falde acquifere, per un’area come quella della “Hp Invest” si aggirano attorno ai 50.000 euro.
Le attività di riconversione industriale della ex Carlsberg Poretti sono iniziate nel 2019. Oggi nell’area sono operative diverse aziende (smontaggio veicoli, ricambi elettrici, riparazione vetri per auto e camion, logistica di materiali per l’edilizia, assistenza tecnica per elettrodomestici), con altri venti ettari di superficie disponibili soprattutto per la logistica. L’area è già dotata di un impianto fotovoltaico di 5.000 metri quadrati montato su un capannone. La “Hp Invest” intende realizzarne un altro molto più grande e potente: circa 25.000 metri quadrati di superficie per produrre 3 megawatt, un investimento da tre milioni di euro per un impianto in grado di alimentare le aziende vicine in un raggio di circa 10 chilometri, oltre a garantire energia per la ricarica dei veicoli elettrici. La conferenza dei servizi per autorizzare il nuovo parco fotovoltaico, iniziata circa un anno e mezzo fa, aveva chiesto un’integrazione documentale per chiudere la partita: mancavano il nullaosta dell’Asl, la relazione del Piano d’indagine preliminare dell’Arpa e quella paesaggistica, documenti che ora sono arrivati. Ecco che già la prossima settimana potrebbe concludersi l’iter autorizzativo.
L’aver accertato da parte della società “Hp Invest” l’assenza di sostanze inquinanti nel suolo e anche nelle falde acquifere rappresenta un elemento di grande importanza in termini ambientali, ma anche per lo stesso “Sito di interesse nazionale Valle del Sacco” che potrebbe divenire oggetto di una nuova perimetrazione, con il conseguente recupero di aree industriali oggi dismesse per un rilancio complessivo, occupazionale ed economico, dell’intero territorio coinvolto. Un’eventualità che molti investitori aspettano per sboccare capitali destinati a creare lavoro e sviluppo. Il dottor Fabio Marchetti, consulente della “Hp Invest” per la quale segue il progetto di riconversione dell’ex Carlsberg, sottolinea proprio questo aspetto: «È interessante il fatto che una società effettui un’indagine di tipo ambientale per liberare un sito produttivo dai vincoli del Sin e renderlo attrattivo, un modello di imprenditoria che si mette in gioco affrontando queste ulteriori spese e questa sfida importante, una cosa che molti non fanno e finiscono per scappare. La “Hp Invest” ha invece affrontato il rischio, dimostrando che in questo territorio si può ancora fare impresa e farla bene, attivandosi con le procedure giuste anche se in presenza di una burocrazia complessa e lenta. La società è riuscita a recuperare un importante sito industriale in area Sin, fornendo così un modello per altre operazioni di questo tipo».
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