Spazio satira
22.06.2025 - 11:00
Aldo Mattia, Massimo Ruspandinie Paolo Pulciani FOTO MASSIMO SCACCIA
Se fino a qualche tempo fa appariva come una chimera, la riperimetrazione del sito di interesse nazionale Valle del Sacco sembra ora avviarsi verso una svolta concreta. E «La svolta» è il titolo che i deputati di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, Aldo Mattia e Paolo Pulciani hanno significativamente dato alla conferenza con la quale ieri, a Frosinone, hanno fatto il punto sulla questione. Al centro lo stato di attuazione dell’accordo di programma per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sin, sottoscritto nel 2019 e che prevede un investimento che ammonta a circa 54 milioni di euro.
Tre i punti nodali: gli esiti delle analisi già svolte, l’interpellanza, con risposta positiva, al ministero dell’Ambiente, e la richiesta della federazione FdI di Frosinone agli assessori regionali all’ambiente, Elena Palazzo, e alla gestione dei rifiuti e bonifiche, Fabrizio Ghera, di predisporre e inviare al ministero la documentazione necessaria all’avvio della tanto attesa riperimetrazione.
«Continuiamo a mantenere alta l’attenzione per il Sin Valle del Sacco dal 2005 – ha sottolineato il vice capogruppo di FdI alla Camera Massimo Ruspandini – Ed è da allora che le aziende e i cittadini, vivono nell’incertezza di ciò che accade, di quello che è stato e di quello che sarà. Oggi voglio rivolgere i miei complimenti all’onorevole Mattia, che insieme a noi ha coordinato una squadra che ha coinvolto Regione e Ministero per poter arrivare alla definizione di una riduzione del Sin, ma soprattutto per il lavoro svolto per continuare a monitorare la grande questione della Valle del Sacco. Una questione – ha aggiunto – alla quale il nostro partito è particolarmente legato. La nostra comunità politica – ha spiegato – è cresciuta sentendosi addosso i problemi di questa zona e l’esigenza di impegnarci per dare delle risposte ai cittadini».
Sottolineando l’esito positivo delle analisi e la piena disponibilità del ministero per l’Ambiente alla riperimetrazione, il capogruppo FdI della commissione Ambiente Aldo Mattia, ha ribadito, poi, l’effettiva sussistenza di quella che si può definire una svolta: «Una parola che abbiamo scelto come auspicio di un momento positivo – ha spiegato – e perché in effetti ci sono le condizioni per una vera svolta. I risultati che abbiamo presentato insieme alla Regione già da qualche mese forniscono un quadro sicuramente migliorativo. In virtù di ciò – ha ricordato – in accordo con il mio partito ho fatto interpellanze e interrogazioni al Ministero. Richiesta questa – ha aggiunto – che non avremmo mai azzardato senza le evidenze positive delle analisi. E sulla base di ciò – ha concluso – abbiamo ricevuto in risposta la disponibilità alla riduzione del perimetro».
Soddisfatto anche il deputato Paolo Pulciani, che ha sottolineato: «Questo territorio non solo ha subito gli effetti dell’inquinamento che tutti conosciamo della Valle del Sacco, ma ha dovuto fare i conti anche con una errata perimetrazione della zona che ha impedito uno sviluppo industriale che nulla ha a che vedere con l’inquinamento e che assolutamente non è a tutela dei cittadini. È necessario, quindi – ha concluso Pulciani – intervenire oggi su questo argomento per limitare la perimetrazione e consentire effettivamente uno sviluppo compatibile con il territorio, che in qualche modo possa portare ricchezza a quest’area».
I dati
Era il 2005 quando fu dichiarato lo stato di emergenza della Valle del fiume Sacco, a causa del rilevamento di concentrazioni di beta-esaclorocicloesano superiori al livello limite consentito, in un campione di latte proveniente da un’azienda bovina situata nel comune di Gavignano.
Nel 2016 l’istituzione del Sin, che comprende diciannove comuni delle province di Roma e Frosinone e interessa una superfice di 7.200 ettari. Obiettivo della riperimetrazione, dunque, è escludere quei territori nei quali acqua e sottosuolo non risultino pericolosamente inquinati. Ebbene, dal monitoraggio posto in essere a seguito dell’accordo di programma stipulato nel 2019 e integrato nel 2022 con ulteriori indagini, è emerso che l’intervento di monitoraggio delle acque a uso potabile, irriguo e domestico non hanno evidenziato, nella cosiddetta fase 0, «rischi di inquinamento diffuso, eccetto qualche sporadico superamento dei limiti non attribuibile ai marker di contaminazione specifici del Sin».
In merito alla caratterizzazione delle aree agricole ripariali, poi, «dai primi esiti analitici sui campioni di suolo comunicati da Iss e Izs non sono emerse criticità, al di fuori di qualche occasionale presenza di sostanze contaminanti appena superiori ai limiti di rilevabilità strumentali». Alla luce della documentazione presentata, dunque, il ministero dell’Ambiente, in risposta all’interrogazione del deputato Aldo Mattia, ha dichiarato che «previa un’attenta valutazione degli esiti degli studi in corso, e non appena ne sussisteranno i presupposti di legge, provvederà alla riperimetrazione riduttiva del Sin Valle del Sacco».
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