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Alatri

Bricca, i perché di un omicidio

La Corte d’assise ha depositato le motivazioni della condanna di Roberto (ergastolo) e Mattia (24 anni) Toson. L’alibi falso, le frasi intercettate ai familiari, il casco in auto che sparisce e la volontà di vendicarsi delle risse

Bricca, i perché di un omicidio

Il delitto di Thomas Bricca «l’apice di un crescendo di violenza gratuita innescatasi con la rissa del 28 gennaio 2023» e conclusa con «Roberto Toson quale conducente dello scooter e a Mattia Toson quale passeggero sparatore».
Lo si legge nelle motivazioni con le quali la Corte d’assise di Frosinone, presidente Francesco Mancini, giudice estensore Marta Tamburro, ha inflitto l’ergastolo a Roberto, il padre, e 24 anni a Mattia, il figlio, per l’omicidio avvenuto in piazza ad Alatri la sera del 30 gennaio 2023.

La Corte si «fonda sulla progressiva acquisizione, udienza dopo udienza - scrive - di una molteplicità di dati che, per un verso hanno permesso di ritenere dimostrata la tesi accusatoria e, per altro verso, hanno fortemente depotenziato quegli aspetti che, secondo la tesi difensiva da sempre propugnata, avrebbero dovuto dimostrare la loro estraneità ai fatti ovvero: la mancata valutazione antropometrica da espletarsi sui soggetti responsabili dell’accaduto sì come ritratti in video; il ricorso dello sparatore alla mano sinistra, essendo invece Mattia Toson destrorso; il colore delle scarpe indossate dei due soggetti a bordo della moto, apparentemente diverso da quello delle scarpe indossate da Mattia Toson il giorno dei fatti; infine, il mancato accertamento relativo alla presenza di residui di sparo sugli abiti indossati dagli imputati e nello specifico da Mattia Toson».

Per la Corte è stato sopravvalutato il valore probatorio delle diverse celle agganciate al momento della riaccensione dei telefoni (in precedenza spenti), mentre è sospetta «l’anomala assenza di traffico su entrambi i dispositivi». Inoltre, Mattia, nel primo pomeriggio del 30 gennaio, si è recato a casa di Beatrice Coccia (l’ex fidanzata, teste chiave dell’accusa ndr) per «avvisarla del fatto che sarebbe dovuta restare a casa». Un avvertimento «anomalo» che non ha «altre interpretazioni possibili se non quella che.... Mattia Toson era già impegnato nell’attuazione, ormai ineluttabile, del piano in cui, questo è il convincimento della Corte, il padre Roberto lo aveva drammaticamente coinvolto». La Corte fa riferimento a svariate conversazioni intercettate tra i congiunti degli imputati. La conversazione dei nonni di Mattia nella saletta dei carabinieri: «Luciana Coccia rivela al marito che “a sparare” è stato Mattia, per poi aggiungere che quest’ultimo glielo “ha fatto capire”».

E poi Francesco Dell’Uomo che dice: «se Roberto “avesse tenuto le mani in tasca”...». Stessa cosa per l’hard disk con le immagini del 30 gennaio che doveva sparire o per il commento della mamma di Roberto, dopo aver saputo che Mattia era indagato, che rivolta al figlio dice: “e a te che ti danno?”. Tutte conversazioni che, per la Corte, «non lasciano emergere meri sospetti» ma «vere e proprie esternazioni di un convincimento circostanziato e radicato circa la responsabilità» degli imputati.
Per i giudici le dichiarazioni di Mattia al pm Rossella Ricca, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri, «si sono rivelate false» e dunque «ha fornito agli inquirenti un alibi falso». E, di più, la fidanzata «non sapeva dove si trovasse Mattia Toson nel pomeriggio del 30 gennaio» e «che non lo ha mai saputo». E «non sapeva neppure come avrebbero trascorso la serata, sebbene si trattasse di festeggiare» il compleanno di Mattia. Altro «importante indizio» il ritrovamento nell’auto (per tutto il pomeriggio usata da Mattia) di Beatrice «di un casco ritenuto... compatibile con quello» dello sparatore. Per la Corte «se non si fosse trattato» di quel casco non vi sarebbe stato motivo per negarne le presenza e per «occultarlo definitivamente durante la cena».

La Corte conclude «che i propositi di vendetta di Mattia e Roberto nei confronti di Omar Haoudi (il vero obiettivo dell’agguato secondo la procura, ndr) sono emersi in modo netto ed incontrovertibile». Anzi, c’è «la prova del fatto che vi era una certa fretta» di agire.
Thomas aveva dato ospitalità ad Omar la sera prima dell’omicidio ed «era molto preoccupato». La Corte poi valorizza la testimonianza di Omar che ha «raccontato di aver riconosciuto Mattia Toson nella postura e nell’atto di sparare e di averlo visto usare la mano sinistra». Dichiarazioni rese solo in aula e non in precedenza, vinto «quel sentimento di sfiducia » verso le istituzioni per le risse. L’altro riconoscimento, anche se solo dal video, è quello di Paolo Bricca, padre di Thomas.
Ora entro 45 giorni la difesa, rappresentata dagli avvocati Angelo testa e Umberto Papadia, presenterà appello. «Da una prima analisi molto sommaria - osserva l’avvocato Angelo Testa - ci sono dei profili che vanno approfonditi come già censurati di fronte alla Cassazione e profili che vanno valorizzati come il mancato esperimento giudiziale e la perizia antropometrica senza applicazione dell’intelligenza artificiale migliorativa».
Durante il processo, i genitori e la sorella di Thomas sono stati rappresentati dagli avvocati Nicola Ottaviani e Marilena Colagiacomo, mentre l’avvocato Eugenia De Cesaris il Comune di Alatri.

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