Spazio satira
Arce
31.05.2025 - 13:16
Il maresciallo Franco Mottola mentre sale le scale della Corte di Cassazione l’11 marzo scorso
«La sentenza impugnata ha puntualmente riportato le argomentazioni della sentenza della Corte di assise di Cassino e le corrispondenti critiche degli appellanti (pubblico ministero e parti civili) ha anche dato atto della contrapposizione delle considerazioni delle parti in sede istruttoria, ha evidenziato alcune criticità, concludendo» per l’assoluzione «solo per il fatto che esse esistessero. Dando vita in più punti a passaggi motivazionali talmente contraddittori tra loro da risultare incomprensibili».
Lo scrive la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza sul delitto di Serena Mollicone, con cui, lo scorso 11 marzo, ha disposto un nuovo processo d’appello per l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Arce Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco, accusati di concorso nell’omicidio della diciottenne di Arce.
«Se è vero che il giudice può pronunciare sentenza di condanna solo se l’imputato risulti colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio, tuttavia è anche vero che lo stesso non può astenersi dal vagliare le eventuali incertezze manifestatesi per verificare se è possibile ricomporle in un quadro coerente e che solo se, all’esito» della «verifica, permangono dubbi, nel senso della possibilità di una spiegazione alternativa, ha il dovere di assolvere l’imputato». Ancora la Cassazione sostiene che «la Corte d’assise di appello di Roma si limita ad elencare le incongruenze evidenziate senza svolgere il passaggio successivo». In pratica nella sentenza appellata è mancata «una motivazione reale che si confronti con i rilievi degli appellanti».
Evidenziate dalla Cassazione le mancate assunzioni «della deposizione del maresciallo Tersigni» e «delle intercettazioni» della conversazioni «ambientale del 28 settembre 2008» e «telefonica del 10 ottobre 2008 tra l’appuntato Venticinque e la Da Fonseca (di supporto alla verifica di attendibilità di Tuzi e di quest’ultima)». Da qui l’annullamento con rinvio.
I Mottola sono difesi dagli avvocati Francesco Germani, Mauro Marsella e Piergiorgio Di Giuseppe, mentre le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Federica Nardoni, Dario Romano De Santis, Sandro Salera, Antonio Radice e Maurizio Greco.
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