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Frosinone

Calo demografico. Vincenzo Iacovissi (Psi): «Il rilancio passa dagli Atenei»

Il consigliere lancia il progetto di un Polo interuniversitario nel capoluogo: «È necessario avere la visione e il coraggio di qualificare Frosinone per qualcosa di realmente originale»

vincenzo iacovissi

Vincenzo Iacovissi, capogruppo del Partito Socialista Italiano in consiglio comunale

In ventitré anni Frosinone ha perso oltre 5.600 residenti (meno 11,55 per cento). A gennaio la popolazione è scesa a 43.099. Dal 2002 a oggi, invece, i centenari sono cresciuti da 35 a 206 in provincia e da 1 a 23 nel 2025. Ciò a dimostrazione dell’innalzamento dell’età media dei residenti. Per provare ad arginare questo problema Vincenzo Iacovissi, capogruppo in consiglio comunale del Partito Socialista Italiano, sviluppa un ragionamento a 360 gradi. E lancia l’idea di un Polo interuniversitario del Lazio, da realizzare a Frosinone. «Si può fare. Se davvero si vogliono gettare le basi di un rilancio vero – spiega Iacovissi – è necessario osare e concentrarsi su qualcosa di originale. È necessario avere la visione e il coraggio di qualificare Frosinone per qualcosa di realmente originale».

Durante l’ultima seduta del question time il sindaco Riccardo Mastrangeli ha lasciato intendere che Ferrovie non sarebbe d’accordo con la proposta di istituire corse veloci di collegamento tra Frosinone e Roma, quindi senza nessuna fermata. «Se confermato sarebbe una doccia fredda – aggiunge il consigliere – Non solo per i pendolari. Il fatto è che verrebbero spente sul nascere le ambizioni di poter rappresentare un polo di attrazione capace di generare flussi di potenziali residenti. Parlo del progetto che da Roma diverse famiglie potrebbero decidere di stabilirsi a Frosinone. Se però ci fossero collegamenti veloci». E da qui sposta l’attenzione sulla Stazione Tav. Un progetto che in realtà ancora non esiste. «Intendiamoci: l’eventuale realizzazione sarebbe fondamentale per il territorio in termini di logistica e di collegamenti – prosegue Iacovissi – Un Hub infrastrutturale a 800 metri dal casello autostradale e dall’imbocco della superstrada rappresenterebbe un valore aggiunto enorme per le imprese».

Ma la domanda è: la Stazione Tav basterebbe a ridurre l’erosione dei residenti in atto a Frosinone e provincia? «Pensiamo di no – spiega – Si parla della possibilità di collegare la costruenda Stazione Tav di Ferentino con la Stazione di Frosinone. Attraverso la riattivazione di un binario merci. Facciamo qualche conto: 28 minuti da Ferentino a Roma, altro 10-15 da Frosinone a Ferentino. Più le coincidenze e i tempi di attesa. Si arriverebbe ad un’ora. Non un grande beneficio sinceramente. Senza considerare che i costi della Tav non sono per tutti. Ma finora sulla Stazione Tav ci sono solo dichiarazioni. Zero fatti, zero impegni concreti, zero risorse».

«Oggi c’è la convenzione con l’Università di Cassino – conclude Iacovissi – Ma non basta. E allora perché non pensare a convenzioni con l’Università La Sapienza di Roma e anche con altre Università romane. Pensiamo ai ritorni in termini di offerta culturale di alto livello, pensiamo ai benefici per le famiglie frusinati. Frosinone diventerebbe un polo di attrattività e di apertura culturale. Innescando un effetto domino virtuoso in termini di ripopolamento, cultura e prospettive economiche. Ma ci sarebbero le strutture per ospitare diversi corsi universitari? Certamente sì. Intanto, procedendo con una rapida ed efficace razionalizzazione del patrimonio immobiliare del Comune. Teniamo presente che lo spopolamento ha portato anche ad un depauperamento del patrimonio immobiliare. Quante strutture vuote e in abbandono ci sono? Un Polo interuniversitario del Lazio a Frosinone si può fare. Anzi, si deve fare. È il momento del coraggio, non del tirare a campare. È il momento di osare, non del compromesso al ribasso».

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