Spazio satira
Gli interventi
01.05.2025 - 09:00
La festa dei lavoratori come occasione non soltanto di celebrazione ma anche di presa di coscienza di uno scenario segnato da tragedie e per lanciare un grido d’allarme sulla necessità di un lavoro più sicuro. Questo il contesto in cui Cgil, Cisl e Uil celebrano la giornata del Primo maggio. Sulla base dei dati Inail presi in esame dalla Uil di Frosinone, il 2024 in Ciociaria si è chiuso con undici morti sul lavoro, due in più rispetto al 2023, quando le morti bianche erano state nove. Le denunce di infortunio sono state invece 2.339, 311 in più rispetto all’anno precedente. «Registriamo numeri in crescita continua – sottolinea Anita Tarquini, segretaria generale della Uil di Frosinone – che dimostrano quanto ci sia da fare per assicurare salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo Roma e Latina – aggiunge la segretaria – siamo la terza provincia sia per infortuni mortali che per denunce di incidenti sul lavoro. Anche i primi numeri dell’Inail relativi al bimestre gennaio-febbraio 2025 non sono rassicuranti. Gli infortuni sul lavoro hanno già raggiunto le 338 unità, 53 in più rispetto al 2024, quando erano stati 285. Il triste capitolo delle vittime del lavoro conta già un decesso – aggiunge Tarquini – mentre tra gennaio e febbraio dello scorso anno la casella era rimasta a zero. Pur se parziale, il quadro che si comincia a delineare non lascia presagire riduzioni di infortuni e di morti. Ed è per questo – conclude – che non ci stancheremo di chiedere alle istituzioni un impegno realmente concreto per arrestare questa scia di morte».
A puntare i riflettori sul tema della sicurezza anche la segretaria generale della Cisl Frosinone Antonella Valeriani, che sottolinea come l’ultimo incidente sul lavoro, avvenuto lunedì scorso alla cava di Morolo, ricordi che l’attenzione deve essere sempre alta. «Non possiamo permetterci di abbandonare le persone a se stesse – sottolinea – È necessario intervenire, oltre che dal punto di vista del controllo, anche sulla prevenzione perché non si può non avere la certezza di rientrare a casa dal lavoro. Da tempo chiediamo che i risparmi dell’Inail annuale siano utilizzati proprio a favore della formazione nei luoghi di lavoro. Serve un cambio culturale – insiste – che parta dalla formazione dei giovani prima ancora che entrino nel mondo del lavoro. Investire sulla formazione è secondo noi primario, come primaria è l’unificazione delle banche dati di Inail, Asl, ispettorato del lavoro e Inps. Grazie a questo intreccio – spiega – si potrebbe effettuare un controllo sulle aziende, riuscendo a premiare, al tempo stesso, quelle virtuose, per esempio attraverso la patente a punti. Abbiamo investito anche sulla formazione degli Rlst (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale) – prosegue Valeriani – proprio affinché ci possa essere più controllo. Un altro strumento utilizzabile in funzione della sicurezza – aggiunge – è rappresentato dall’intelligenza artificiale, come già accade in alcuni luoghi di lavoro».
Il segretario generale della Cgil Frosinone e Latina Giuseppe Massafra rimarca, poi, come il tema della salute e della sicurezza faccia i conti con «una realtà cruda, drammatica, terribile – commenta – che è la statistica dei morti e degli infortuni sul lavoro che ormai ci porta a certificare più di tre decessi al giorno. Purtroppo le province di Frosinone e Latina – sottolinea – influiscono pesantemente in questa statistica». E, richiamando le parole del presidente della Repubblica che, in visita proprio a Latina, ha ribadito l’importanza di una responsabilità condivisa, aggiunge: «Si muore sul lavoro per due ragioni. C’è un tema di cultura della sicurezza, sicuramente, ma c’è un tema di responsabilità di un sistema di impresa, che non può pensare che sul profitto si debbano scaricare i costi della sicurezza e gli strumenti che servono per garantire dignità e sicurezza ai lavoratori. Un lavoro fatto di diritti, di tutela e di giusto salario – aggiunge – è la precondizione necessaria». E ricordando il primo articolo della Costituzione chiosa: «Una Repubblica fondata sul lavoro è il senso stesso su cui è stata fondata la società democratica nel nostro Paese». Massafra sottolinea, poi, come il contrasto alla precarietà rappresenti un’altra delle condizioni che hanno contribuito a rendere il lavoro insicuro e poco dignitoso. «E tutto ciò – aggiunge – ha delle ricadute pratiche che si misurano, poi, territorio per territorio. E il nostro territorio – conclude – continua ad avere, almeno sulla carta, grandi potenzialità dal punto di vista economico e produttivo, ma se non si investe nella qualità e nella dignità del lavoro, il rischio è di non agganciare quella prospettiva di sviluppo che a noi serve, ma, viceversa, di essere marginalizzati rispetto a delle dinamiche che oggi ormai agiscono sul piano globale».
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