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La Chiesa in lutto

Il mondo piange Francesco. Il Papa vicino agli ultimi

Il pontefice è morto ieri mattina. L’ultima apparizione nel giorno di Pasqua

papa francesco

Papa Francesco

Ha sorpreso tutti, Papa Francesco, la sera del 13 aprile di dodici anni fa, quando con quel suo “buonasera” è entrato sin da subito nel cuore di tanti. E un simile stupore è stato condiviso ieri, nell’apprendere l’annuncio, diffuso dal cardinale Kevin Farrell, quando mancavano pochi minuti alle 10, che il pontefice era tornato alla casa del Padre, dopo aver dispensato sorrisi e saluti neanche 24 ore prima, nel giorno forse più solenne per i credenti, quello di Pasqua, giorno di Risurrezione del Signore. Forse anche nelle sue ultime ore di vita, Papa Francesco ha voluto essere con la sua gente, tra la sua gente. Ha voluto essere con gli ultimi fino alla fine. Nonostante la fatica, la stanchezza, ha voluto lasciare impresso ancor di più il suo messaggio di amore, di speranza, di fraternità, di pace. Domenica, giorno di Pasqua, la sua ultima apparizione, per l’Urbi et Orbi, per salutare tutti.

Aveva augurato con voce leggermente rauca “Buona Pasqua”. Il pontefice ha impartito la benedizione dalla Loggia, ma poi è sceso per un lungo giro in papamobile, il primo dopo oltre due mesi, tra le migliaia di persone che erano in piazza a San Pietro. Nulla lasciava presagire una conclusione così imminente del pontificato, nonostante le sue condizioni di salute negli ultimi mesi avessero lasciato tutti con il fiato sospeso. Bergoglio era entrato in ospedale il 14 febbraio scorso per una polmonite bilaterale. Era rimasto ricoverato al policlinico “Agostino Gemelli” per trentotto giorni, fino al 23 marzo. Ieri la triste notizia. Aveva compiuto 88 anni il 17 dicembre.

«Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco – l’annuncio del cardinale Kevin Farrell – Alle ore 7.35 di questa mattina (ieri, ndr) il vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e degli emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».

La notizia in pochissimi istanti ha fatto il giro del mondo e tantissime persone hanno raggiunto piazza San Pietro. Già dalle prime ore sono state celebrate messe in suffragio del pontefice anche in molte chiese della Ciociaria; bandiere a mezz’asta in segno di lutto. A seguito della morte di Papa Francesco, sono state prese disposizioni per i festeggiamenti di San Sisto ad Alatri e per il miracolo eucaristico a Veroli. Le messe saranno celebrate, ma la processione di San Sisto è spostata al 4 maggio, mentre è annullata a Veroli. Quel «buonasera» di Papa Francesco, pronunciato appena eletto pontefice il 13 marzo 2013, ai fedeli radunati in piazza San Pietro e agli innumerevoli incollati davanti alla televisione, è stato solo l’inizio di una serie di pensieri e azioni che lo hanno fatto entrare da subito nel cuore di tutti. La sua semplicità, come la scelta di vivere a Santa Marta anziché nel Palazzo Apostolico, ha conquistato cuori in ogni angolo del globo. La sua lotta per la giustizia sociale, l’enciclica Laudato Si’ sull’ambiente e il coraggio nel denunciare le disuguaglianze resteranno eredità vive. Rimarrà sempre impressa anche quell’immagine di marzo 2020, in piena pandemia. Bergoglio da solo sul sagrato della basilica, in diretta planetaria, ha pregato e impartito la benedizione davanti a una piazza San Pietro vuota, durante uno dei periodi più difficili e bui: «Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio».

I funerali saranno diversi, come lo stesso Bergoglio aveva disposto nel testamento. Il corpo sarà esposto direttamente nella bara e non sul catafalco e sarà sepolto a Santa Maria Maggiore. «Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni viaggio apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus». Da domani l’omaggio dei fedeli a San Pietro.

Chi era papa Francesco
Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires nel quartiere di Flores, Jorge Mario Bergoglio proveniva da una famiglia di origini italiane. Primogenito di cinque figli, suo padre Mario era un impiegato delle ferrovie emigrato dall’Italia nel 1928, mentre sua madre, Regina Maria Sivori, si occupava della casa. Le radici della sua famiglia affondano nel Piemonte e nella Liguria, con antenati provenienti da diverse località tra Asti, Savona, Genova e Alessandria. A ventuno anni una grave polmonite lo costrinse a subire l’asportazione della parte superiore del polmone destro, un intervento necessario per la mancanza di cure antibiotiche efficaci all’epoca. Dopo aver ottenuto un diploma come perito chimico, Bergoglio ha svolto vari lavori, tra cui addetto alle pulizie in una fabbrica e buttafuori in un locale di Córdoba. Prima di intraprendere il cammino religioso, ha avuto anche una fidanzata, come lui stesso ha raccontato. Nel 1958 è entrato nel seminario di Villa Devoto e ha cominciato il noviziato con i Gesuiti, trascorrendo un periodo in Cile prima di tornare a Buenos Aires, dove si è laureato in filosofia nel 1963. Successivamente ha insegnato letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires ed è stato ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969 dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Dopo essere stato nominato provinciale dei Gesuiti in Argentina nel 1973, ha assunto la direzione della Facoltà di Teologia e Filosofia a San Miguel. Nel 1992 è stato nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires da Papa Giovanni Paolo II, diventandone arcivescovo coadiutore nel 1997 e, l’anno successivo, primate d’Argentina dopo la morte del cardinale Antonio Quarracino. Creato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II con il titolo di San Roberto Bellarmino, dal 2005 al 2011 ha presieduto la Conferenza Episcopale Argentina, consolidando il suo ruolo nella Chiesa cattolica fino alla sua elezione al soglio pontificio nel 2013.

Il primo papa sudamericano
È l’11 febbraio del 2013 quando le parole di papa Benedetto XVI, succeduto a Giovanni Paolo II nel 2005, scuotono la Chiesa e il mondo intero. Ratzinger, durante un concistoro dedicato alla canonizzazione dei martiri di Otranto, annuncia la sua rinuncia al ministero petrino, che diviene effettiva il 28 febbraio dello stesso anno. Il conclave ha inizio il pomeriggio del 12 marzo e, dopo cinque scrutini, la sera del 13 marzo viene eletto come nuovo pontefice Jorge Mario Bergoglio che sceglie il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi. Bergoglio è il primo gesuita a diventare papa, il primo proveniente dal continente americano e il primo non europeo dai tempi di Gregorio III, nato in Siria nel 690.

Cosa succede adesso
Con la morte di Papa Francesco, la Chiesa entra in un periodo denominato “sede vacante”, in cui il Collegio dei cardinali assume la responsabilità della gestione temporanea della Santa Sede. Nei giorni precedenti l’inizio del conclave, si svolgono le congregazioni generali, riunioni che coinvolgono i cardinali già presenti a Roma. Oggi l’elezione del papa avviene secondo regole stabilite dalla Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, promulgata nel 1996 da Giovanni Paolo II. Questo documento ha eliminato due modalità di voto precedentemente previste, consentendo un’unica procedura basata sullo scrutinio segreto. Per essere eletto, un candidato deve ottenere i due terzi dei voti dei cardinali presenti. Se dopo dieci giorni e trenta scrutini non si giunge a una decisione, la maggioranza assoluta può deliberare se procedere con una elezione a maggioranza semplice. Il conclave si tiene nella Cappella Sistina: i cardinali non possono avere contatti con l’esterno né utilizzare strumenti di comunicazione. Per garantire il segreto del processo elettorale, le schede vengono bruciate dopo ogni scrutinio. Il colore del fumo che esce dal comignolo della Cappella Sistina annuncia l’esito al mondo: la fumata nera indica che l’elezione non è avvenuta, mentre la fumata bianca segnala che un nuovo Papa è stato scelto. Dopo l’elezione, il nuovo pontefice accetta l’incarico e sceglie il nome con cui guiderà la Chiesa. Infine, dal balcone di piazza San Pietro, il cardinale più anziano proclama la formula “Habemus Papam”, e il nuovo Papa si presenta per la benedizione.

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