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L'episodio

Rivolta nel carcere di Cassino. Distrutto il primo piano

È successo ieri sera. Trasferiti circa 50 detenuti. Massimo Costantino (Fn Cisl Lazio) denuncia il problema del sovraffollamento

cassino carcere

La casa circondariale di Cassino

Rivolta all'interno del carcere di Cassino. È successo ieri sera verso le 20.30. Devastato il primo piano della seconda sezione. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e nella notte sono stati trasferiti circa cinquanta detenuti. È intervenuto il gruppo di intervento operativo insieme all'unità di supporto il Gir Campania e il nucleo cittadino di Roma. 

«Il sovraffollamento del carcere è di 17 detenuti, dato di ieri, mentre mancano 37 unità di polizia penitenziaria - commenta il segretario generale Fns della Cisl Lazio Massimo Costantino - Secondo i dati pubblicati dal ministero della giustizia 1.450 sono i detenuti in più nelle carceri della regione Lazio - dato aggiornato al 31 marzo 2025 - dove la capienza regolamentare prevista è di 5.282 mentre in carcere sono presenti 6.732 detenuti- La carenza di personale di polizia penitenziaria nella regione lazio è , invece, di – 859 unità. Gli Istituti che attualmente risultano maggiormente sovraffollati, solo per citarne alcuni, sono quello di Rebibbia con 391 detenuti in più (previsti 1.170 presenti 1.561); la casa circondariale di Viterbo con 265 detenuti in più (previsti 440 presenti 705); l'istituto di Regina Coeli con 456 detenuti in più (previsti 628 presenti 1.084); la casa circondariale di Frosinone dove sono 55 i detenuti in sovraffollamento  (previsti 517 presenti 572); l'istituto penitenziario di Rieti con 200 detenuti in più (previsti 295 presenti 495); la casa circondariale di Velletri con 106 detenuti in più (previsti 412 presenti 518) e infine la casa circondariale di Latina con 59 detenuti in più rispetto ai 77 previsti (presenti 136)». 

Mentre per quanto riguarda gli istituti che attualmente risultano maggiormente carenti di personale di polizia penitenziaria sono quello di Rebibbia (-31, 59%), la casa circondariale di Velletri ( -27,64%), il carcere di Rebibbia ( - 27,51%), l'istituto penitenziario di Rieti (- 27,43%), di Viterbo ( - 27,27%), di Frosinone (-27,14%); di Cassino ( - 27,76 ) e il carcere di Regina Coeli (- 25%).

«Si è consci delle varie criticità che coinvolgono il settore della sicurezza, dove le difficoltà di funzionamento della giustizia si ripercuotono pesantemente sulla polizia penitenziaria impegnata a far conciliare e assicurare la sicurezza collettiva e obiettivi costituzionali - conclude Costantino - Deve essere chiaro a tutti che negli istituti ci sono molti posti di servizio ma non vi è il numero necessario del personale per occuparli e questa situazione produce accorpamenti di posti e sovraccarico per l’esiguo personale in servizio che deve farsi carico, anche, di piantonamenti con orari in violazione all’ accordo quadro nazionale -e di altri pur di garantire la sicurezza con conseguente lesione dei propri diritti». 

 
Mattia (Pd): «Situazione ancora più grave in altri istituti»
«La rivolta scoppiata nel carcere di Cassino, cui ha fatto seguito il trasferimento di 50 detenuti in altri istituti del Lazio, è solo un focolaio di un incendio più vasto che è l’emergenza carceri del Lazio da tempo documentata con dati dalle autorità competenti e oggetto anche di audizioni in I commissione affari costituzionali lo scorso maggio», ha commentato la vicepresidente Pd della I commissione affari costituzionali del Lazio, Eleonora Mattia. «Trasferire i detenuti di Cassino in altri istituti, che, in base ai numeri forniti dagli stessi sindacati della polizia penitenziaria, sono in condizioni ancora più critiche di quello di Cassino, significa solo spostare il problema col rischio di aggravare ancora di più le criticità già presenti. Per questo torno a chiedere al presidente Rocca di intervenire contro l’emergenza carceri a Roma e nel Lazio, di concerto con tutte le istituzioni e autorità competenti, e di riferire in aula sui risultati ottenuti ad oggi con il tavolo regionale interistituzionale contro i suicidi in carcere». 

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