Frosinone
10.04.2025 - 13:00
Il colonnello Fabio Cagnazzo
Nuovo colpo di scena nell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo: la Cassazione annulla, con rinvio, l’ordinanza emessa nei confronti di tre indagati, tra cui il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi. Richiesto un nuovo pronunciamento da parte del tribunale del Riesame di Salerno.
È stato accolto il ricorso presentato dal legale di Cagnazzo, l’avvocato Ilaria Criscuolo, contro l’ordinanza cautelare del gip del tribunale di Salerno e la decisione del tribunale del Riesame, che a gennaio, aveva confermato le misure. Impugnata la misura con la quale erano stati decisi gli arresti in carcere per il colonnello, nonché ex comandante provinciale a Frosinone, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso (l’unico a non far ricorso).
In base alla ricostruzione accusatoria, fortemente contestata però dalla difesa, avrebbero preso parte, ma non nel ruolo di esecutore materiale del delitto, tuttora non identificato, all’organizzazione dell’omicidio del sindaco-pescatore e al successivo depistaggio delle indagini. Peraltro, la decisione arriva a quasi due mesi dalla chiusura delle indagini preliminari, notificava, in totale, a otto persone, di cui le ulteriori quattro solo per reati di droga. Il sindaco Vassallo era stato ucciso, colpito da nove colpi di pistola mentre rincasava in auto il 5 settembre 2010 nella frazione di Acciaroli. Il primo cittadino - secondo la ricostruzione - avrebbe voluto denunciare un traffico di droga nella località campana.
La decisione della Cassazione non comporta la liberazione di Cagnazzo, attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Infatti, non c’è stato l’annullamento delle misure cautelari.
Il colonnello Cagnazzo, all’epoca comandante della compagnia di Castello di Cisterna, e in vacanza ad Acciaroli nei giorni del delitto, avrebbe depistato le indagini condotte dalla procura della Repubblica di Salerno, indirizzandole sin dalle prime fasi nei confronti di uno spacciatore di origini brasiliane. Prima dell’arresto era stato ascoltato per dieci ore a gennaio 2024 nel quale aveva respinto tutte le accuse.
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