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Frosinone

Corruzione per carpire segreti. «Gli avvocati Scaccia volevano sapere delle indagini»

La Finanza di Verbania contesta agli avvocati Alfredo e Gabriele Scaccia la corruzione di un carabiniere. Per l’accusa l’obiettivo era conoscere in anticipo lo stato di procedimenti giudiziari in corso in varie parti d’Italia

Corruzione per carpire segreti. «Gli avvocati Scaccia volevano  sapere delle indagini»

L’avvocato Alfredo Scaccia è stato arrestato venerdì dalla guardia di finanza di Verbania

Accessi abusivi alle banche dati delle forze dell’ordine, informazioni sullo stato di procedimenti in corso, sulle persone indagate e su notizie riservate di altre inchieste. Il tutto dietro il pagamento di corrispettivi in denaro. È questo il quadro dipinto dalla procura di Verbania che ha portato il gip a emettere tre ordinande di custodia cautelare, in carcere per l’avvocato frusinate nonché ex presidente del Frosinone Alfredo Scaccia e agli arresti domiciliari per il figlio, l’avvocato Gabriele Scaccia, e un luogotenente dei carabinieri in servizio nel capoluogo.

La guardia di finanza di Verbania ipotizza tre reati in concorso tra i tre: la corruzione, l’accesso abusivo a un sistema informatico e in più la rivelazione di segreto d’ufficio. Domani i primi interrogatori, per l’avvocato e il carabiniere ai domiciliari, probabilmente in videoconferenza con il gip di Verbania Mauro D’Urso. Poi, martedì toccherà ad Alfredo Scaccia. I tre sonio difesi dagli avvocati Nicola Ottaviani, che assiste il sottufficiale, e Marco Cianfrocca. Il gip ha ravvisato gli estremi del pericolo d’inquinamento probatorio e per questo ha ritenuto sussistenti gli estremi per superare l’interrogatorio di garanzia preventivo introdotto dalla riforma Cartabia e fissarlo, come succedeva in passato, successivamente all’applicazione della misura. Il fascicolo poi potrebbe passare per competenza alla procura di Roma essendo contestato il reato di accesso abusivo a un sistema informatico.

La corruzione, secondo quanto ipotizzato dal pm piemontese Fabrizio Argentieri, sarebbe consistita in utilità in denaro, non meglio precisate, consegnate al carabiniere. Questi - contesta l’accusa - avrebbe rivelato agli Scaccia notizie riservate sull’apertura, proroga e chiusura di indagini e su procedimenti pendenti in vari tribunali italiani, al Nord ma anche in Toscana e nel Lazio, effettuato accessi nelle banche dati delle forze dell’ordine. Nel corso delle investigazioni condotte dalle Fiamme gialle sarebbero risultate diverse denunce e querele nei confronti di controparti in vari procedimenti, come emerso nel corso dell’indagine per bancarotta, aperta sempre a Verbania, dalla quale poi è partita anche quest’inchiesta. L’indagine è fondata su intercettazioni di comunicazioni, nelle quali sarebbe stato utilizzato anche un linguaggio criptico, perquisizioni, sequestri e analisi di video postati sui social.

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