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Cassino

«Dobbiamo difendere il lavoro»

Le parole del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in un convegno organizzato dalla Cisl. Il governatore assume una posizione netta: «Da parte loro c’è stata una grande presa in giro dell’Italia. Bisogna intervenire»

«Dobbiamo difendere il lavoro»

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca

«Dobbiamo difendere il lavoro senza mai più farci prendere in giro». Queste le parole forti del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, pronunciate in occasione di un convegno sulle opportunità e sviluppo dei territori, organizzato dalla Cisl nella giunta regionale a Roma.
Non solo. Il presidente della Regione Lazio è stato durissimo: «Da parte loro c’è stata una grande presa in giro dell’Italia e dei lavoratori. Dobbiamo difendere il lavoro senza mai più farci prendere in giro». Una posizione netta, quasi una dichiarazioni di intenti, che sembra aprire a nuove possibili azioni concrete in favore dei lavoratori.

Tutto questo mentre gli operai del plant cassinate stanno tornando sulle linee a singhiozzo, con un lavoro intermittente che si traduce in buste paga sempre più leggere.
Dopo un lungo stop, prima il rientro al lavoro per lastratura e verniciatura, poi ieri per il montaggio ma tra gli operai serpeggiano incognite e sfiducia mentre il mercato dell’auto regala nuove flessioni. Davvero un anno dei record in negativo con cali produttivi mai visti nella storia dello stabilimento: 19.710 unità al terzo trimestre e una flessione negativa del -47,7%. Numeri - come già sottolineato - destinati a peggiorare se, come ipotizzato, ai 50 giorni di stop andranno ad aggiungersene altri prima ancora di appendere gli addobbi natalizi.

E a farne le spese soprattutto l’indotto, in particolar modo del settore metalmeccanico, che potrebbe ritrovarsi senza lavoro se il governo non interverrà, come ai tempi del Covid, con ammortizzatori sociali speciali. Inizio 2025 col fiatone anche per le stesse tute rosse ormai dirottate sul turno unico e con la cig, a cui sono costretti a rotazione, in scadenza al 31 dicembre. Un indotto che muore “un pezzo al giorno”, con l’avvio nelle scorse ore della procedura di licenziamento per due aziende della logistica di San Nicola di Melfi. Mentre Cassino trema.

L’analisi della Cisl
Sempre durante il convegno sulle opportunità e sviluppo dei territori, organizzato dalla Cisl, lo stesso sindacato ha definito «allarmanti» i segnali che arrivano da uno dei pilastri del territorio: la filiera dell’automotive.
La Cisl nel proporre «di riattivare il comitato per lo sviluppo all’interno di un sistema che abbia al suo centro il Consorzio Industriale unico del Lazio» ha quindi sottolineato che siamo in presenza di «segnali di allarme preoccupanti che arrivano da uno dei pilastri del territorio: la filiera dell’automotive, che vive una fase di delocalizzazione della sua componentistica».

Quindi la Cisl entra nel vivo della situazione, analizzando come l’indotto sia una sorta di “polveriera”.
«La situazione sta per esplodere con un indotto senza commesse e licenziamenti di massa alle porte perché gli ammortizzatori sociali sono in scadenza entro la fine dell’anno 2024 - aggiungono dalla Cisl - Una circostanza che riguarda Stellantis, ma soprattutto i fornitori diretti e indiretti che la crisi la stanno subendo in maniera pesantissima».

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