Spazio satira
Ceccano
28.10.2024 - 13:00
Una seduta del consiglio comunale
Questo cataclisma non se lo aspettava neanche lei, che pure aveva insistito sull’inadeguatezza e la scarsa trasparenza dell’amministrazione Caligiore. Però un epilogo così drammatico, per fatti così gravi come quelli ipotizzati dalla procura frusinate, non lo aveva previsto. Emanuela Piroli, 49 anni, medico endocrinologo, consigliera d’opposizione dal 2020 quando perse insieme all’altro candidato sindaco Marco Corsi la partita elettorale con Roberto Caligiore, si dice scioccata per gli effetti dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari del sindaco, di funzionari comunali, imprenditori, professionisti e faccendieri per tangenti.
«È una vicenda che ha sconvolto tutti - dice la Piroli - Quando giovedì mattina ho saputo dell’arresto di Caligiore, lì per lì ho gioito; ho pensato: finalmente ce lo leviamo dalle scatole. Poi sono emersi i primi dettagli dell’inchiesta e ho avuto un crollo emotivo. Ho pensato che sarà un disastro per la città, che non merita questo. Infatti il primo post che ho pubblicato è stato proprio per esprimere vicinanza alla città».
Che si aspetta ora dalla maggioranza e dal vicesindaco Federica Aceto?
«Che si dimettano. Lo abbiamo chiesto subito come consiglieri di minoranza, appoggiati poi anche da Demos, Pd e dai gruppi dell’opposizione extraconsiliare».
Se non lo faranno ci proverete con una mozione di sfiducia?
«Dobbiamo ragionarci, da soli non abbiamo i numeri. Ci vogliono almeno nove firme. In minoranza siamo sei, con Marco Corsi passato in maggioranza. Mentre Alessio Patriarca, dopo lo strappo con Caligiore, potrebbe starci. In ogni caso, politicamente sono tutti coinvolti, non hanno mai detto una parola critica, la giunta e la maggioranza hanno sempre votato all’unanimità tutti gli atti, compreso il bilancio dove ci sono questi fondi del Pnrr».
Che cos’altro potreste fare?
«Continuiamo a sentirci con le altre forze politiche per concordare interventi e azioni da compiere insieme. Se il sindaco non si dimette, c’è la possibilità, sebbene piuttosto remota, di poter chiedere al prefetto di sciogliere d’imperio il consiglio comunale, ma è una strada lunga e complicata. Di certo punteremo sul coinvolgimento della cittadinanza, c’è una sensibilità enorme attorno a questo scandalo».
Sullo sfondo possibili nuove elezioni a breve. Ci state pensando?
«Oggi è ancora prematuro dire qualcosa di preciso, ma sicuramente questa vicenda ha riunito le forze d’opposizione. Si tratta di una situazione di estrema gravità. E di fronte a fatti così gravi c’è già stato un tentativo di lavorare insieme per chiedere le dimissioni e il ritorno alle urne».
Lei potrebbe ricandidarsi alla carica di sindaco?
«Il mio nome è a disposizione, mi sento pronta, ma non ci sono soltanto io. Si ragionerà sul da farsi e sulla soluzione migliore. Credo che ci si debba concentrare sulla visione della città che vogliamo e sulle cose che ci uniscono. Sui nomi ragioneremo più in là. Ci sono tante realtà nel centrosinistra che vorranno esprimere le loro rivendicazioni. Al momento non abbiamo una piattaforma comune pronta, ma questa vicenda ha certamente addolcito i toni tra di noi».
A proposito di responsabilità politica, l’onorevole Massimo Ruspandini ha chiesto scusa alla città per quanto successo.
«La reazione di Ruspandini, dopo due giorni di riflessione, mi lascia perplessa: anziché un’analisi politica seria, fa la vittima con un post strappalacrime. In sostanza non dice nulla. Anzi dice che è dispiaciuto per tutte le persone coinvolte nell’inchiesta. A me dispiace più per le tante famiglie che pagano le tasse e che non arrivano a fine mese, e per tutti gli amministratori onesti che lavorano per la comunità, talvolta anche rimettendoci di tasca propria, e che ora finiscono nel calderone del “sono tutti uguali”».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione