Spazio satira
Ceccano
25.10.2024 - 13:00
Gli uomini della squadra mobile ieri mattina al Comune di Ceccano dove hanno effettuato delle acquisizioni di documenti nell’ambito dell’ordinanza che ha portato
Un’efficienza esemplare nel pagare le fatture agli imprenditori (sempre gli stessi) che lavoravano per il Comune di Ceccano. Una celerità sospetta che, secondo le accuse che hanno portato agli arresti domiciliari, tra gli altri, il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, svelerebbe il modus operandi nella gestione dei fondi per il Pnrr.
L’inchiesta condotta dalla squadra mobile di Frosinone e dal servizio centrale operativo di Roma, sotto il coordinamento dell’ufficio di Roma della procura europea, che ha portato a tredici misure restrittive e a un sequestro patrimoniale di oltre mezzo milione di euro ha svelato gli incontri fissati allo svincolo autostradale di Ferentino, uno stile di vita molto elevato per alcuni degli indagati, l’uso di società, anche estere, impiegate - è la ricostruzione dell’accusa - per pagare le tangenti a diversi pubblici ufficiali del Comune di Ceccano.
Secondo le accuse raccolte dai poliziotti, gli incarichi per la progettazione e la realizzazione delle opere pubbliche da parte del Comune di Ceccano venivano assegnate a persone strettamente legate all’associazione. Il gruppo di funzionari pubblici, monitorato dagli investigatori, emerge come animato dal desiderio di monetizzare il maggior guadagno possibile. Gli investigatori hanno monitorato decine di incontri in locali pubblici della zona da Ceccano a Frosinone, tra il sindaco Roberto Caligiore e Stefano Anniballi, considerati i promotori dell’associazione. Le accuse parlano di una sorta di assoggettamento del primo cittadino ai voleri di Anniballi. I due si sarebbero prodigati - sostengono le accuse - per avere collaboratori fidati, in modo particolare per gli incarichi del Pnrr, e persone in grado di conoscere la normativa di settore per eludere i controlli.
Che i controlli ci fossero era emerso agli stessi indagati, come dimostra la reazione del sindaco Caligiore al ritrovamento di una microspia sulla sua auto. Il primo cittadino si attiva immediatamente per una bonifica anche degli uffici comunali attraverso un investigatore privato con l’obiettivo - ritengono gli investigatori - di sviare eventuali attività investigative poste in essere dalle forze dell’ordine. La scelta dei luoghi da bonificare - osservano gli investigatori - non sarà casuale. Anzi il sindaco avrebbe cercato anche di far passare a suo favore il ritrovamento, collegandolo a precedenti minacce di morte ricevute. Dopo il ritrovamento del dispositivo l’unico accorgimento che prende il gruppo è quello di cambiare le società destinatarie finali dei bonifici. Lo stesso sindaco si sarebbe premurato - ipotizzano gli investigatori - di occultare una somma di denaro imprecisata, detenuta in casa. A tal fine avrebbe chiesto aiuto all’architetto Elena Papetti (con la quale, come ricostruito dagli investigatori, intratterebbe una relazione sentimentale), assunta in Comune prima come staff e poi come vincitore di due concorsi, che avrebbe acconsentito alla richiesta proponendo di nascondere il denaro sotto una mattonella o di murarlo.
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