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Ferentino

Denunciato il ragazzo infiltrato nella protesta degli studenti

Si tratta di un ventenne estraneo alla scuola che ha generato grande scompiglio durante le manifestazioni. Intanto questa mattina gli studenti del “Filetico” torneranno regolarmente in classe per seguire le lezioni

Infiltrati nelle manifestazioni degli studenti

Un momento della seconda giornata di protesta indetta dagli studenti del “Filetico”

È un ragazzo di venti anni residente a Ferentino, che non frequenta il liceo "Martino Filetico". È lui il facinoroso che si è intrufolato nelle manifestazioni di protesta organizzate dai ragazzi nei giorni scorsi e che ha creato confusione e scompiglio. Un’azione che è stata subito sconfessata dai presenti, che non hanno riconosciuto in quel giovane uno dei loro compagni. È stato denunciato dai carabinieri e dovrà chiarire il perché si sia infiltrato tra i liceali. Ha agito da solo o era in compagnia di altri? Voleva limitarsi ad una provocazione oppure accendere gli animi, nervosi dopo l’accoltellamento? Tutte domande alle quali dovrà rispondere davanti agli inquirenti dopo, come detto, la denuncia per danneggiamento aggravato. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della locale stazione, comandata dal luogotenente Raffaele Alborino, coordinati dal capitano Alessandro Dell’Otto, comandante la compagnia di Anagni.

I militari si sono serviti dell’ausilio delle telecamere o di qualche video girato sui social, per poter arrivare all’individuazione del ragazzo. Indagini che, come detto, proseguono, su tutti i fronti.
Invece per quanto riguarda le lezioni, ieri mattina, dopo lo sciopero di venerdì, nell’istituto centrale si è svolta l'assemblea studentesca straordinaria, alla quale ha partecipato anche don Juan Manuel, parroco della locale parrocchia di Sant’Agata, molto vicino ai giovani. La prima cosa emersa, è che oggi gli studenti torneranno regolarmente tra i banchi.

Ieri abbiamo ascoltato uno dei rappresentanti d’istituto, che con grande pacatezza ci ha riportato parte del dibattito: «In ogni studente, in ogni ragazzo - ha detto - deve esserci un cambiamento interiore, che poi va a ridefinirsi collettivamente. I problemi odierni servono a far sì che si lavori per migliorarsi dopo l’accaduto. Certamente il contatto tra scuola e studenti è andato un po’ a scemare. Chiederemo un confronto con la dirigente. Tutto ciò deve fare in modo che ci sia un cambiamento in futuro. Noi studenti dobbiamo essere più uniti e quando subentrano problematiche vanno fermate sul nascere.

Chiederemo ai docenti un maggiore ascolto. Molti puntano il dito, noi non accusiamo nessuno perché non è nei nostri poteri, ci penserà la magistratura alle indagini per attribuire eventuali responsabilità. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Inoltre ci dissociamo da quanto accaduto durante la nostra manifestazione pacifica, le indagini chiariranno ciò che è andato oltre. Se ci sono delle responsabilità in merito al primo episodio (il ferimento dello studente, ndc), va fatto un esame di coscienza. Se qualcuno pensa di avere responsabilità, se qualcosa non fosse stato portato alla luce, non spetta a noi dirlo, ma agli organi competenti. Siamo dispiaciuti per quanto accaduto al nostro compagno e ci auguriamo che non succeda mai più».

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