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Cassino

Introduce droga in carcere per il marito

La polizia sequestra dosi di hashish e di cocaina dopo l’incontro tra una donna e il marito. Ora lei rischia la denuncia, nuova misura per il detenuto: aperta un’inchiesta. Il grazie del “Sappe” e il monito

carcere cassino

Il carcere San Domenico in via Sferracavalli a Cassino

Droga e cellulari fatti recapitare in carcere direttamente con i droni, oppure lanciati dalla zona di Monte Maggio durante le ore di passeggio dei detenuti. I costanti sequestri effettuati dalla polizia penitenziaria di Cassino hanno consolidato questa ipotesi: spesso droga e cellulari arrivano dall’alto, riuscendo così a bypassare i serrati controlli degli stessi agenti. Eppure qualcuno ci prova senza troppi stratagemmi ma, vista la grande professionalità del personale presente, il risultato è lo stesso: sequestrate ieri pomeriggio dosi di droga dopo un colloquio. Hashish e coca che con molta probabilità sono state introdotte da una moglie durante il colloquio.

Nuova misura per il marito detenuto, rischio di essere denunciata per la donna: aperta una inchiesta. Servirà chiudere le indagini per stabilire con certezza come la droga (intanto sequestrata) sia stata introdotta. Ed è arrivato subito il plauso del Sappe. «Sono sempre più costanti i controlli all’interno del carcere di Cassino. E l’incessante attività operativa ed info-investigativa dei Baschi azzurri nell’ambito dei servizi di prevenzione di introduzione di sostanze stupefacenti in carcere ha portato al sequestro di hashish e cocaina dopo un colloquio» spiega Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe. «Ottimo lavoro per i colleghi di Cassino: bravi ragazzi da tutto il Sappe - continua - I tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli istituti di pena sia di droga che di materiale per le comunicazioni sono in crescita. L’operazione è la testimonianza della professionalità della polizia penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di polizia. Il Sappe esprime soddisfazione per tutta l’operazione: nonostante il personale in servizio presso il penitenziario di Cassino sia sotto organico, ha intensificato la propria attività di intelligence. Quindi, è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio presso le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio della Nazione».

«Ennesima operazione condotta con zelo e professionalità dal personale di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Cassino. Questa operazione di servizio evidenzia l’eccellenza del lavoro di sinergia e di squadra del Corpo di polizia penitenziaria che come sempre si concretizza in ottimi risultati» ha commentato Donato Capece, segretario generale del primo sindacato della polizia penitenziaria. «Al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria rinnovo la richiesta di interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai reparti di adeguata strumentazione tecnologica di ultima generazione per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o ogni altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani» aggiunge il leader del Sappe, che ai vertici regionali e ministeriali dell’Amministrazione penitenziaria chiede un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere. «A tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Cassino rappresentano lo Stato, affinché vengano date risposte concrete, alla risoluzione delle problematiche in atto nel penitenziario di Cassino, anche dotando le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, da sempre in prima linea sul fronte dell’ingresso e possesso di droga in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo» conclude.

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