Spazio satira
Frosinone
17.08.2024 - 17:00
Una vista dall’alto di largo Turriziani
La statua di Norberto Turriziani domina dall’alto la piazza con la nuova area pedonale. Il cantiere di largo Turriziani è in dirittura finale con l’inaugurazione attesa per la prima decade di settembre. Ma quello che colpisce di più e, in un certo senso, lega questo intervento con la piazza dello Scalo, è l’assenza quasi totale di alberi. E in molti, tra quanti in questi giorni hanno voluto “testare” il nuovo largo, lo hanno notato.
Un’assenza che, però, non preoccupa Stefano Ceccarelli, presidente del circolo il Cigno di Legambiente Frosinone. Che, al tempo stesso, chiede un maggiore impegno all’amministrazione sul fronte del verde.
Largo Turriziani è senz’alberi, come la piazza dello Scalo, che ne pensa?
«I vincoli di cui ha parlato il sindaco Riccardo Mastrangeli non hanno permesso di mettere delle piante con un importante impianto radicale per ragioni di stabilità - osserva Ceccarelli - Se è vero, e non ho ragioni di ritenere il contrario, va bene così. Se la piazza è dedicata agli eventi gli alberi non sono opportuni. Certo, tutto intorno poteva essere fatto di più».
Il giudizio resta, dunque, positivo?
«Piace la piazza e il fatto che sia pedonalizzata con la gente a passeggio e i locali che possono mettere i tavolini. Ciò può far riflettere i commercianti, che hanno tutto da guadagnare da un’area pedonale, soprattutto chi si occupa di ristorazione. La piazza ha un bell’affaccio e con una veduta del centro storico. Tuttavia, per la viabilità non va bene che le auto vadano a intasare via Angeloni».
E le similitudini con la piazza dello Scalo?
«Per la stazione si poteva fare di più in termini di verde. Va bene l’aver salvato il grande abete, fermo restando che una piazza è una piazza e un giardino un’altra cosa. Un giudizio più compiuto andrà espresso a lavori finiti».
Sul verde, mi pare di capire che Legambiente non concede sconti.
«Questo giudizio non significa che per noi il verde non è importante. Anzi. Sul verde bisogna lavorarci di più. Bisogna individuare delle aree dove disigillare l’asfalto e mettere il verde che deve stare più vicino a dove vivono le persone. Passare un’estate come questa, con un’ondata di calore così duratura, ci insegna che bisogna lavorare sulla resilienza della città. Occorre riuscire a rendere più tollerabili ondate di calore così persistenti. Questa deve essere un’azione primaria per l’amministrazione comunale, per essere più resilienti in caso di eventi estremi, anche di segno opposto, come alluvioni e allagamenti. Lo sviluppo e l’estensione delle infrastrutture del verde sono un tassello fondamentale delle politiche sull’adattamento climatico che le amministrazioni dovranno mettere in campo».
In che modo?
«Significa avere alberature sulle strade, riprogettare via Aldo Moro che dovrebbe diventare un viale. Via Moro è impercorribile d’estate. La sfida è rendere più permeabili le superfici e mitigare i rischi di alluvioni e allagamenti. Laddove non serve il cemento va sostituito con il verde per mitigare gli effetti delle ondate di calore. È necessario spingere per politiche di consumo di suolo zero».
Torniamo al verde, che non c’è, di largo Turriziani, c’è stato il caso della magnolia...
«C’è una tendenza a criticare ogni lavoro pubblico, anche se vedere una spianata assolata non è bello. Ma, ribadisco, una piazza è una piazza. Su largo Turriziani è stato fatto un errore sulla magnolia che poteva essere gestita meglio. Tuttavia, vedendo l’opera finita è evidente che la magnolia non poteva restare dov’era. L’altro albero, il bagolaro, è da salvaguardare. Credo sia stata fatta una variante al progetto originario per salvarla. Speriamo che l’impianto radicale non sia stato compromesso. Poi è un fatto che le piante in città soffrono. Sono per lo più anziane e bisogna valutarne i rischi anche per l’incolumità pubblica. Al tempo stesso dico che ne vanno piantate di più e più grandi. Gli alberi piccoli li vedremo tra trent’anni e chissà fra trent’anni come sarà Frosinone».
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