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La vicenda

Torture al Cem, ieri i primi interrogatori

Le operatrici di Sora arrestate nell’inchiesta sul centro gestito dalla Cri si sono avvalse della facoltà di non rispondere. La terza, originaria di Veroli, ha invece fornito la sua versione al giudice. Ieri gli interrogatori anche degli altri sette colleghi

Torture al Cem, ieri i primi interrogatori

Arresti eseguiti dai carabinieri

Ieri gli interrogatori degli arrestati nell’inchiesta sul Cem gestito dalla Croce Rossa a Roma, per cui sono finite ai domiciliari anche due operatrici residenti a Sora, di 56 e 60 anni, e una di 29 anni originaria di Veroli.
Le due sorane, la cinquantaseienne difesa dagli avvocati Diego Mancini e Luca Leone, e la sessantenne, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Invece la verolana, assistita dall’avvocato Marta Campoli, ha risposto a tutte le domande del giudice. Interrogati anche gli altri sette colleghi finiti ai domiciliari.
Torture, violenze e maltrattamenti all’interno del centro di educazione motoria della Croce Rossa a Roma, su pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche. Queste le accuse che hanno fatto finire ai domiciliari, martedì scorso, i dieci operatori, tra cui le tre donne ciociare.

A eseguire l’ordinanza degli arresti domiciliari, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Roma, su delega della Procura della Repubblica locale.
L’inchiesta ha portato alla luce uno scenario inquietante, descritto dal pubblico ministero come una “galleria degli orrori”. Secondo l’ordinanza del gip, gli operatori avrebbero inflitto ripetute violenze fisiche e psicologiche ai pazienti, accompagnando le loro azioni con parole di scherno che deridevano i deficit mentali delle vittime. “Le modalità della condotta - ha sottolineato il giudice - forniscono la misura dell’indole di ciascuno degli indagati, che hanno esercitato una violenza costante e inaudita su persone del tutto incapaci di reagire”.

Le indagini sono state avviate nell’aprile 2023, a seguito di una denuncia dei vertici della Croce Rossa capitolina. Un paziente del centro presentava infatti una vistosa ecchimosi al volto, compatibile con percosse. I carabinieri di via In Selci hanno condotto un’attività investigativa che si è protratta fino a novembre 2023.
“Ti tiro una sediata dietro la testa, scemo”. “Ti rompo le caviglie”. “Ti spezzo tutto”. “Con l’acqua bollente ti faccio lavare”. Sono alcune delle minacce che gli operatori del Csm di Roma della Croce Rossa avrebbero rivolto ai pazienti affetti da gravi patologie psico fisiche. Insultati, derisi, presi a schiaffi e pugni, strattonati e svegliati all’improvviso nel cuore della notte.

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