Spazio satira
L'operazione
18.07.2024 - 13:00
Nell’ordinanza il gip l’ha definita “galleria degli orrori”. Una condotta sconcertante quella che emerge dall’inchiesta che martedì mattina ha portato all’arresto di dieci persone da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma che, su delega della procura locale, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dei domiciliare nei confronti di operatori socio sanitari del Cem, Centro di educazione motoria, gestito dalla Croce Rossa di Roma.
Tra gli arrestati anche due donne di Sora di 56 e 60 anni e una ventinovenne originaria di Veroli, domiciliata a Colleferro. Saranno interrogate domani. L’indagine nasce dalla denuncia presentata ai carabinieri dai vertici della Croce Rossa capitolina nell’aprile 2023, con la quale veniva segnalato che un utente della struttura presentava una vistosa ecchimosi al volto compatibile con delle percosse. “Ti tiro una sediata dietro la testa, scemo”. “Ti rompo le caviglie”. “Ti spezzo tutto”. “Con l'acqua bollente ti faccio lavare”. Sono alcune delle minacce che gli operatori avrebbero rivolto ai pazienti affetti da gravi patologie psico fisiche. Insultati, derisi, presi a schiaffi e pugni, strattonati e svegliati all’improvviso nel cuore della notte.
Stando alle accuse, la sessantenne sorana, in uno degli episodi per cui è finita sotto accusa, notando una paziente ancora in piedi alle sue spalle, l’ha tirata per i capelli per farla sedere e le ha rotto le bacchette con cui stava giocando. Poco dopo, le avrebbe anche dato un pugno in pieno volto minacciandola di sedersi e al suo rifiuto l’ha tirato di nuovo per le braccia e poi per i capelli, il tutto mentre la paziente continuava a urlare. Anche all’altra sorana, cinquantaseienne, vengono contestati doversi episodi di maltrattamenti e torture sui pazienti. Sempre stando alle accuse, in un episodio, davanti alla richiesta della paziente di avere dell’acqua. in un primo momento gliela negava, per poi simulare di versare il liquido sulla testa facendola urlare. Cosa che poi avrebbe fatto realmente gettandole acqua sul viso. Poco dopo le avrebbe ordinato di girarsi nel letto, percuotendola con schiaffi sulle gambe e tirandole i capelli. L’avrebbe spinta anche contro il muro continuando a percuoterla.
Accuse anche nei confronti della ventinovenne di Veroli. In un episodio, dopo che la paziente aveva mostrato resistenza nel cambio del pannolone, l’avrebbe presa a schiaffi e colpita violentemente sulla testa e poi le avrebbe preso con forza il braccio facendola urlare e spingendola con violenza sulla poltrona. «Tutti gli indagati - scrive il giudice - hanno mostrato un’indole estremamente violenta, che contrasta radicalmente con quello che dovrebbe essere il modus operandi di un lavoro che è fondato sulla solidarietà umana perché consiste, in sé, nell’assistenza agli altri».
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