Spazio satira
Il delitto
14.06.2024 - 17:18
La polizia scientifica la lavoro sul luogo dell’omicidio di via Moro la sera del 9 marzo 2024
Omicidio Kasmi, disposti accertamenti tecnici non ripetibili per gli esami balistici, residui dello sparo e genetica forense.
Prosegue l’inchiesta della procura di Frosinone sulla sparatoria allo Shake bar dello scorso 9 marzo, costata la vita a Kasem Kasmi, albanese di 26 anni, per il quale è attualmente detenuto il connazionale Mikea Zaka, 23 anni, con l’accusa di omicidio e triplice tentato omicidio. Nonostante la confessione dell’arrestato (già la sera stessa della sparatoria) e una dinamica abbastanza definita grazie alla presenza delle telecamere di videosorveglianza all’interno e all’esterno dello Shake, gli sforzi della squadra mobile di Frosinone, che conduce le indagini, vanno avanti spedite per arrivare a un quadro il più definito possibile della sparatoria e del movente.
Il 20 giugno, a Roma, nei laboratori di genetica forense, della divisione V e della sezione di balistica e residui dello sparo della divisione IV sono stati calendarizzati gli accertamenti tecnici non ripetibili su una serie di reperti in sequestro. Tra gli accertamenti da compiere ci sono quelli balistici, sui residui dello sparo nonché gli esami di genetica forense. I profili genetici saranno poi inseriti nella banca dati nazionale. Lo scorso mese, era stato effettuato il prelievo di campioni biologici a carico di Zaka e di quanti, quella sera, si trovavano insieme lui. Seduti al tavolino con Zaka erano in quattro nel momento in cui nel locale sono entrati la vittima e i suoi tre accompagnatori. Poi gli spari, almeno sette, l’uccisione di Kasem e il ferimento del fratello e dei suoi cugini, a loro volta fratelli. Agli accertamenti tecnici non ripetibili della prossima settimana potranno presenziare gli avvocati e i consulenti tecnici. Zaka è rappresentato dall’avvocato Marco Maietta, mentre per la famiglia della vittima ci saranno gli avvocati Martina Stirpe e Martina Iachetta.
La procura di Frosinone, che indaga con il sostituto Samuel Amari, e la squadra mobile, diretta da vice questore Flavio Genovesi, sin da quella sera si sono messe al lavoro per individuare il contesto nel quale è maturato il grave fatto di sangue. L’arrestato, infatti, che sostiene di essersi liberato della pistola lanciandola nel Cosa dal ponte di via Verdi (ma infruttuose sono risultate le ricerche anche con l’ausilio dei vigili del fuoco) ha motivato il gesto come una reazione e un’aggressione che stava subendo per motivi legati alla contesa per una donna. Ma su questa versione, gli investigatori sono apparsi sempre molto scettici, privilegiando, invece, un contesto legato al mondo degli stupefacenti. A Zaka, l’estete scorsa, nel corso di un’operazione, erano stati sequestrati dalla polizia 20.000 euro. Durante le indagini la squadra mobile ha sentito diverse persone e perquisito varie abitazioni. In una di queste sono stati sequestrati dei proiettili. Altri accertamenti hanno riguardato i telefonini sequestrati a chi si trovava nel bar al momento della sparatoria.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione