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Pestaggio, il gip decide: restano tutti in carcere

Nessun elemento nuovo. Né pene più lievi per gli indagati. In cinque erano risultati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare che imponeva gli arresti. Uno è ai domiciliari

Pestaggio, il gip decide: restano tutti in carcere

L’operazione della polizia dopo il pestaggio dai danni del rapper

Pestaggio ai danni di un rapper di Piedimonte, i cinque indagati arrestati la scorsa settimana restano in carcere. Questa la decisione ieri del gip Domenico Di Croce nei confronti dei giovani finiti nell’inchiesta della polizia. Per Nicolò e Lorenzo Cioffi - di 24 e 20 anni - Otello De Luca di 25 anni, Davide Nappa di 27 e Noemi Pellegrino di 29 anni (tutti residenti tra Cassino e Piedimonte) il gip del tribunale di Cassino aveva applicato la custodia cautelare in carcere. Tutti chiamati a rispondere in varia misura e a vario titolo di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e di stalking.

Mentre per un sesto giovane, inizialmente destinatario del divieto di avvicinamento alla vittima e del braccialetto elettronico, l’arresto è scattato dopo per aver rifiutato l’applicazione del dispositivo: Mario Alberigo - rappresentato dall’avvocato Carbone - deve rispondere di violenza privata scaturita da episodi che lo avrebbero visto coinvolto in inseguimenti o danneggiamenti, anche con l’utilizzo di una mazza da baseball, nell’ambito di condotte precedenti all’aggressione.

Non solo una rima rap “indigesta” alla base della violenza che ha fatto finire in ospedale il giovane rapper di Piedimonte, colpito pure con una chiave inglese sul volto. Secondo la polizia della Squadra mobile della Questura di Frosinone coordinata dal vice questore aggiunto Genovesi e della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Cassino, coordinata dal sostituto commissario Donatelli, a scatenare la violenza ripresa integralmente con un cellulare, ci sarebbe pure una questione amorosa.

I primi a parlare nell’interrogatorio di garanzia sono stati i fratelli Cioffi, rappresentati dagli avvocati Corsetti e Iannotta: hanno chiesto scusa e spiegato di essersi difesi. Poi anche Pellegrino, mentre gli altri hanno scelto il silenzio. Il gip, dopo aver ascoltato gli indagati, ha deciso di confermare la custodia cautelare: troppo gravi le accuse e - pare - nessun elemento di novità in grado di mutare il quadro delineato. Le difese dei cinque giovani in carcere (gli avvocati Corsetti, Iannotta, Scipione, Andolfi, Pacitto, Nardone, Cassone e Pagliarella) sono già al lavoro per rivolgersi al Riesame, per presentare elementi in grado di chiarire le posizioni dei loro assistiti magari anche attraverso l’analisi del video.

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