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L'operazione

Inchiesta sulla Banca popolare del frusinate: primi dissequestri

La procura ha chiesto di effettuare il riconteggio di conti e beni bloccati oltre i 6,6 milioni di euro disposti dal gip. Quanto in eccesso andrà restituito agli indagati coinvolti nel blitz di febbraio. Attesa per la chiusura delle indagini preliminari

banca popolare del frusinate

Inchiesta su aste e superbonus, la procura dispone il dissequestro delle somme sequestrate oltre il valore di 6,6 milioni di euro disposto dal gip. Nell’ambito dell’operazione, scattata ai primi di febbraio, e condotta da squadra mobile e nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle di Frosinone, e che ha toccato anche il vertice della Banca popolare del Frusinate, ora si stanno facendo i riconteggi dei conti e dei beni sequestrati.

Associazione a delinquere, falso, truffa per erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio e poi una serie di reati finanziari come omesse dichiarazioni, fatturazioni per operazioni inesistenti, indebite compensazioni d’imposte, esercizio abusivo di intermediazione finanziaria, infedeltà patrimoniale. È questo il lungo elenco dei reati che la procura contesta a 33 persone.
Nell’ambito dell’operazione, il gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso aveva disposto il sequestro preventivo nei confronti degli indagati Angelo De Santis, Paolo Baldassarra, Gennaro Cicatiello, Marino Bartoli, Gusmano Gori e Lino Lunghi della somma di 6.662.296,34 euro, anche per equivalente.

Nel momento in cui è stata eseguita l’ordinanza con le misure restrittive e i sequestri patrimoniali sono stati bloccati una serie di conti correnti bancari e postali, depositi «in solido per ciascun reato e società» fino appunto all’ammontare di 6.662.296,34 euro. Si va da piccole somme, da 1.452 euro, fino a 1.676.364,20 euro che l’accusa considera il profitto del reato da parte di undici società coinvolte nell’inchiesta della procura frusinate. Ora, trascorsi alcuni mesi dai sequestri, la stessa procura con il procuratore reggente Adolfo Coletta, anticipando in tal senso le prevedibili mosse delle difese con istanze di dissequestro o di Riesame, ha chiesto alla guardia di finanza di effettuare il riconteggio di tuti i beni finiti sotto sequestro. Al termine degli accertamenti, verrà fatta la riduzione di quanto sequestrato oltre la somma di 6,6 milioni per cui tutto quello che residua oltre tale somma verrà restituito agli indagati.

Nel frattempo, una volta che la procura avrà compiuto tutti gli accertamenti, si attende il passaggio alla fase della chiusura delle indagini preliminari. L’inchiesta nata dalle aste giudiziarie per l’acquisizione di alcuni capannoni della zona industriale di Frosinone, si è pi spostata sulle ristrutturazione edilizie su Roma, in particolare con il “bonus facciate” in modo da poter cedere - è l’ipotesi investigativa - il credito d’imposta. Nel collegio difensivo gli avvocati Angelo Testa, Pierpaolo Dell’Anno, Giorgio Igliozzi, Massimiliano Contucci, Alberto Bonu, Massimo Mercorelli, Fabiano De Santis, Sandro Salera e Paolo Marandola.

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