Spazio satira
Ambiente
13.05.2024 - 17:37
Il Sin Valle del Sacco è alla soglia dei vent’anni. Ma la bonifica tarda ad arrivare. E così le associazioni vanno all’attacco. Lo fanno Retuvasa, i circoli di Legambiente di Anagni e Frosinone e le associazioni Anagni Viva e Diritto alla salute. In un lungo documento, dopo aver fatto la cronistoria di quanto è stato fatto e non fatto sul sito di interesse nazionale, le associazioni non lesinano critiche al ministero come anche alle amministrazioni locali. E chiedono maggiori informazioni e più partecipazione con incontri aperti alla cittadinanza sullo stato di avanzamento delle procedure.
Un’attività complessa
E scrivono: «Riteniamo che la Regione Lazio stia portando avanti da tempo un’attività complessa e delicata con il coinvolgimento di tutti gli enti statali e regionali, che richiede tempo, collaborazione da parte degli enti locali e soprattutto ulteriori fondi economici, che fortunatamente per questa fase erano stati accantonati negli anni passati (53,6 milioni di euro). La lungimiranza del Dep Lazio ci permette di avere a disposizione uno strumento fondamentale come il progetto Indaco che offre un quadro sanitario dei Comuni in area Sin, da interpretare, ma sicuramente un passo avanti rispetto ad altre realtà».
Lo svincolo delle aree
Non mancano elementi interessanti di analisi, soprattutto sui suoli con un obiettivo ben preciso lo svincolo delle aree non contaminate: «Le attività di area vasta e nei siti prioritari stanno procedendo e ci permetteranno, finalmente, di avere un quadro ambientale di acque e suoli, per la prima volta aggregati in una forma complessiva. Man mano che i terreni, agricoli e industriali, verranno analizzati si procederà con la fase successiva, svincolando quelli non contaminati oltre i valori di riferimento. Per gli altri, invece, si dovrà procedere con operazioni di bonifica e ripristino».
Attendere le analisi
Tuttavia, non mancano le critiche: «Dobbiamo constatare che le amministrazioni locali, eccetto alcune virtuose, e le organizzazioni industriali sembrano non apprezzare la complessità del problema, paventano addirittura la necessità di de-perimetrazione “tout court” senza attendere gli esiti delle determinazioni analitiche previste, come se nulla in passato fosse accaduto, rilanciando con propositi progettuali che non tengono minimamente conto dell’area vasta e dell’equilibrio ambientale». Alcune osservazioni anche sulla comunicazione dei dati. «Per quanto riguarda l’informazione, a prescindere dal quadro sanitario, risulta carente e non omogenea - osservano le associazioni ambientaliste - Se la Regione Lazio risponde in modo adeguato alle sollecitazioni attraverso i canali tecnico amministrativi, è carente invece l’attività di contatto diretto con i cittadini attraverso incontri pubblici periodici. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è totalmente assente se non attraverso le documentazioni reperibile sul sito web di riferimento, incomprensibili ai più e non aggregate».
Informazione continua
Le associazioni accusano: «La popolazione della Valle del Sacco merita una vicinanza maggiore da parte delle amministrazioni. Di fronte alla complessità delle forme di contaminazione, delle procedure di caratterizzazione e di bonifica, è necessaria una informazione continua, affidabile e rigorosa che consenta alla cittadinanza di valutare il grado di avanzamento delle procedure. Occorrono uno scatto in avanti e nuove forme di condivisione della conoscenza, grazie alla partecipazione diretta dei cittadini che contribuiscono alla raccolta delle informazioni e alle mobilitazioni, da non demandare alle associazioni che restano sempre vigili e collaborative».
Una campagna informativa
Alla Regione la richiesta di promuovere «una campagna informativa con incontri in diverse località dell’area del Sin, facendosi carico della condivisione delle informazioni dello stato di avanzamento delle attività di responsabilità ministeriale, chiedendo la partecipazione delle amministrazioni locali. Le associazioni faranno la loro parte, come sempre».
L’Accordo di programma
Gli interventi dell’Accordo di programma, ricordano le associazioni, si articolano «su due tipologie di intervento: di area vasta e puntuali». Dei primi «ne sono previsti cinque, ed hanno la finalità di definire il quadro dello stato delle matrici ambientali, le acque sotterranee ed il suolo, acquisire dati sul bioaccumulo degli inquinanti su vegetali e prodotti di origine animale alla base del modello di valutazione del rischio sanitario ed espletare la valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sin Valle del Sacco». Gli interventi puntuali, invece, sono da realizzarsi su siti industriali, ovvero sull’Ex Europress di Ceprano «l’intervento è in corso»; alle ex Industrie Olivieri di Ceprano si è in attesa «dell’esito di un contenzioso dinanzi al Tar». E ancora: «Per i siti di Ceccano ex Stabilimento Annunziata, Anagni ex Polveriera, Ferentino ex Cartiera, Ceccano ex Snia Bpd Bosco Faito, Ceprano ex Cartiera Vita Mayer, Paliano Ponti della Selva, e Frosinone ex discarica via Le Lame sono stati predisposti i contratti applicativi dell’Accordo di programma e l’avvio dell’intervento è previsto a breve».
Più avanzata la procedura «della messa in sicurezza permanente nel sito di Arpa2 (Colleferro)» per il quale «è già stata prevista la consegna dei lavori all’operatore economico aggiudicatario per l’avvio dell’intervento. In merito all’intervento previsto sul sito Caffaro Chetoni Fenilglicina la Regione sta provvedendo a svolgere le azioni di indagine propedeutiche alla realizzazione specificatamente richieste dal comitato di indirizzo e controllo degli interventi Sin bacino del fiume Sacco».
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