Spazio satira
Ferentino
11.05.2024 - 13:00
Tre donne e quattro uomini, di cui sei di nazionalità straniera, tra i 53 anni e i 26 anni, sono accusati a vario titolo di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, minacce, lesioni, estorsione, ricettazione e utilizzo e somministrazione di farmaci o sostanze stupefacenti per alterare le prestazioni e i comportamenti.
Concluse le indagini per quattro romeni, uno residente a Supino, due a Ferentino e una donna a Veroli, per un albanese residente in Campania ad Acerra, una donna nata in Georgia e residente a Caserta e un’altra donna residente a Patrica. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Ceccani, Luigi Tozzi e Marco Maietta.
La ricostruzione
I fatti contestati vanno dal 2018 al 2023. La romena residente a Veroli e il suo connazionale, un quarantunenne residente a Ferentino, in concorso tra loro, avrebbero somministrato a una delle vittime, a sua insaputa, delle benzodiazepine, ponendo la donna in stato di incapacità di intendere e di volere, per cercare di costringerla a tornare a prostituirsi, non riuscendo nel loro intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Il quarantunenne a luglio del 2020 avrebbe aggredito la vittima costringendola a tornare a prostituirsi per lui, tagliandole anche le gomme dell’auto. Ogni volta che la incontrava la minacciava e tentava di picchiarla.
Le avrebbe detto anche che avrebbe pagato qualcuno per sfigurarla con l’acido. Avrebbe paventato inoltre l’esistenza di alcune persone pronte a incendiarle l’auto e che si erano fermate solo grazie al suo intervento. Un modo questo, secondo le accuse, per indurre la donna a prostituirsi per lui e a ritirare la denuncia che aveva presentato nei suoi confronti. Ma la vittima non è caduta nella trappola, così il quarantunenne, sempre stando alle accuse, ha deciso di mettere in pratica il piano di sfigurarla con l’acido. Si è incontrato con un connazionale che vive ad Alatri per pianificare le modalità sia dell’azione e sia della fuga all’estero, oltre a trovare un alibi.
A febbraio dello scorso anno ha chiesto alla trentunenne residente a Veroli di aiutarlo a somministrare alla vittima una sostanza stupefacente per renderla inoffensiva e sfigurarla. Con uno stratagemma la romena è riuscita a drogare la connazionale tenendo informato l’uomo sugli effetti che la sostanza stava avendo sulla persona offesa.
La polizia giudiziaria operante, temendo per le condizioni della donna, è intervenuta per interrompere la condotta criminosa, soccorrendo la vittima ed evitando che venisse sfigurata. Il quarantunenne è poi accusato, insieme a un trentaquattrenne suo connazionale, residente a Ferentino e al ventiseienne domiciliato a Supino, di aver, nel corso del periodo monitorato dalle forze di polizia, favorito e sfruttato la prostituzione di diverse donne.
A ognuna di loro veniva assegnato un posto sull’asse attrezzato di Frosinone, dove potevano esercitare il meretricio, garantendo la propria protezione e l’intervento in caso di bisogno o problemi con i clienti o con le altre prostituite presenti in zona, riscuotendo da quest’ultime, per l’affitto del posto, settimanalmente dai 200 a i 250 euro come pattuito.
Un quarantunenne residente ad Acerra avrebbe, invece, indotto con violenza e minaccia, sottraendole il passaporto, una giovane a prostituirsi prima a Napoli e successivamente a Frosinone, consegnandola a una ventottenne nata in Georgia alla quale la vittima doveva consegnare i soldi proventi del meretricio. L’altra indagata, residente a Patrica, è accusata di aver sfruttato la prostituzione di due giovani consegnando loro un camper dove le stesse potevano esercitare il meretricio sull’asse attrezzato a 90 euro al giorno.
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