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In aula

Ricatti hard, adescate via social due minorenni

Una tredicenne e una quindicenne, ora maggiorenni, tra le sessantuno ragazzine finite nella rete di un giovane di Modena. Minacciate se non inviavano foto nude. Domani l’udienza preliminare per il ventiseienne accusato di pedopornografia

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Foto hard e minacce, vittime di un ventiseienne di Modena, accusato di pedopornografia, anche due minori di Sgurgola. Una tredicenne e una quindicenne, ora maggiorenni, sono tra le sessantuno ragazzine adescate via social dal giovane che domani comparirà davanti al giudice per l’udienza preliminare. Le indagini degli investigatori, attraverso le chat, hanno portato a scoprire tantissime giovanissime, tutte minorenni, che sarebbero state adescate dal ventiseienne che ora rischia il processo. Tra loro anche le due ciociare.

Il modus operandi
Il ventiseienne, stando alle accuse, chiedeva foto alle minorenni adescate. Immagini che le ritraevano anche senza vestiti. Se non inoltravano le foto richieste le minacciava di morte. Qualcuna è riuscita a non inviare foto esplicitamente nude, come le due ragazzine di Sgurgola, ma hanno ricevuto vere e proprie minacce dal giovane. Minacce più o meno dello stesso tenore fatte ad altre ragazze con frasi del tipo: “Vi uccido. Allah akbar vi ammazzo tutti. Ucciderò tutti gli italiani. Io resto perché vi ucciderò tutti uno ad uno”. Nel primo “approccio” si sarebbe mostrato gentile, rivolgendo loro complimenti, qualcuna si era anche invaghita. Prometteva di andarle a trovare, addirittura di sposarle, fino ad arrivare a inoltrare messaggi e commenti anche di esplicito contenuto a sfondo sessuale. Addirittura sarebbe arrivato a chiedere foto di compagne di classe e inoltrava foto di altre ragazze nude alle persone offese, minacciandole di fare altrettanto con le loro se non avessero inviato altro materiale, sempre a sfondo sessuale. Domani, dunque, l’udienza preliminare per il ventiseienne accusato di pedopornografia. Una sessantina le parti offese residenti in varie zone d’Italia. Le due ciociare, si sono rivolte all’avvocato Mario Cellitti.

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