Spazio satira
Frosinone
20.04.2024 - 18:00
Troppi sforamenti dei limiti per le polveri sottili. Dopo le procedure d’infrazione, ora l’Unione europea mette in mora l’Italia. E lo fa anche per gli sforamenti delle centraline di Frosinone e Ceccano. La direzione generale Ambiente Conformità, Governance e Sostegno agli stati membri, direttamente da Bruxelles, ha risposto a una lettera di Marco Belli, presidente provinciale di Fare Verde con una nota del 17 aprile, di fatto, «condividendo le preoccupazioni e le osservazioni di Fare Verde scritte nelle denunce per l’inquinamento dell’aria da Pm10 nei comuni di Ceccano e Frosinone», fa notare l’associazione. «Come da lei correttamente richiamato, il diritto dell’Unione europea e, in particolare la direttiva sulla qualità dell’aria ambiente, stabilisce valori limite per le concentrazioni di inquinanti, inclusi il Pm10, nell’aria. I comuni di Frosinone e Ceccano sono compresi nella zona IT 1217 (precedentemente , IT 1212) - Valle del Sacco», si legge nella comunicazione inviata a Marco Belli.
Osserva lo stesso presidente: «L’Italia è stata condannata per non aver rispettato il valore limite giornaliero e annuale fissato, per il Pm10 anche nella Valle del Sacco, dalla direttiva della qualità dell’aria ambiente 2008/50/CE zona IT 1217. Come se non bastasse il 30 marzo 2024 la Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia “ai sensi dell’articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea” contestando che l’Italia non ha dato esecuzione alla precedente sentenza della Corte nel 2020. La zona Valle del Sacco è oggetto di questa lettera, di fatto e ora senza alcun dubbio, anche i comuni di Frosinone e Ceccano ne sono interessati direttamente».
La direzione ambiente della Commissione europea continua così: «Ove l’Italia continui a non conformarsi alla sentenza, la Commissione valuterà se fare nuovamente ricorso alla Corte di Giustizia». Fare Verde della provincia di Frosinone è stata aggiornata anche sulla seconda condanna per l’Italia del 2022 per non aver rispettato il valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto in diverse zone e dell’avvio di una nuova procedura di infrazione, con la lettera di messa in mora per l’inadempimento degli obblighi incombenti per i superamenti dei valori limite annuali di Pm2,5. Sono in valutazione le risposte inviate dalle autorità italiane.
Infine «la Commissione si attende che le autorità italiane adottino tutte le misure necessarie per porre fine alle infrazioni accertate dalla Corte, nonché a quelle sollevate nella lettera di costituzione in mora». Da qui le considerazioni di Belli: «A questo punto non vi è chi non veda che certe dichiarazioni rese sui giornali da un amministratore comunale interessato sono inappropriate e lontane anni luce dalla giusta interpretazione data da Fare Verde della provincia di Frosinone che più volte ha sottolineato le censure mosse dalla Corte e la mancata esecuzione da parte dei comuni di Ceccano e Frosinone della sentenza emessa dalla Corte nel 2020. Nel frattempo il cielo ci aiuti e aiuti soprattutto le persone malate e le più fragili visto che dopo quattro anni le istituzioni nazionali, regionali e comunali non sono riuscite ad adottare provvedimenti idonei per dare esecuzione della sentenza emessa nel 2020. L’inquinamento dell’aria da Pm10 si è protratto nel tempo con data certificata del 2008 (scritta nella sentenza della causa C-644/18 Commissione Europea/Repubblica Italiana)».
Per Belli «oltre al danno irreparabile e incalcolabile alla salute dei cittadini arriverà anche la beffa perché la Commissione europea può proporre un altro ricorso alla Corte chiedendo sanzioni pecuniarie. Siccome la violazione del diritto dell’Unione è continuata nel tempo, anche dopo la sentenza, di certo non ci salveranno da una multa milionaria le chiacchiere in politichese».
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