Spazio satira
Economia
19.04.2024 - 14:00
Angelo Camilli, numero uno di Unindustria e adesso tra i vicepresidenti di Confindustria
Dieci vicepresidenti elettivi (con tre conferme), cinque delegati, due special advisor. Ieri il consiglio generale di Confindustria, su proposta del presidente designato Emanuele Orsini, ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze. Su 132 membri presenti, 110 hanno votato a favore. I contrari sono stati 9, le schede bianche. Tra i vicepresidenti c’è Angelo Camilli, numero uno di Unindustria: a lui le deleghe su crediti, finanza e fisco. Le stesse che ha tenuto Orsini da “vice” in questi anni. Ma Unindustria piazza un altro colpo importante: il nuovo direttore generale di Confindustria sarà Maurizio Tarquini, che ha ricoperto lo stesso ruolo all’Unione degli Industriali e delle Imprese del Lazio. Ha detto Orsini: «Abbiamo cercato, come abbiamo dichiarato nella presentazione del programma, di usare tre parole chiave che sono quelle del dialogo, unità, identità. Ho ascoltato 186 persone per la formalizzazione della squadra in modo autonomo». Un’azione di profondo rinnovamento quella che Emanuele Orsini intende portare avanti e lo si intuisce chiaramente dalla formazione della squadra.
I vicepresidenti sono dieci. Tre le conferme: Francesco De Santis si occuperà di ricerca e sviluppo, Maurizio Marchesini di lavoro e relazioni industriale (tematiche che per otto anni ha seguito Maurizio Stirpe), mentre Stefan Pan continuerà l’impegno dei quattro anni precedenti (Unione Europea e Rapporto con le Confindustrie europee). Di Angelo Camilli abbiamo detto. Gli altri vicepresidenti sono: Lucia Aleotti (Centro Studi: ruolo strategico per la definizione delle linee di politica economica), Barbara Cimmino (export e attrazione degli investimenti), Vincenzo Marinese (organizzazione e rapporti con i territori e le categorie), Natale Mazzuca (politiche strategiche e sviluppo del Mezzogiorno), Marco Nocivelli (politiche industriali e made in Italy), Lara Ponti (transizione ambientale e obiettivi Esg). Poi ci sono i tre vicepresidenti di diritto: Giovanni Baroni (presidente della piccola industria), Riccardo Di Stefano (presidente dei giovani imprenditori) e Annalisa Sassi (presidente del consiglio delle rappresentanze regionali). Emanuele Orsini manterrà per sé alcuni capitoli strategici: transizione digitale, cultura d’impresa e certezza del diritto. Nel nuovo board cinque delegati del presidente: Leopoldo Destro (trasporti, logistica e industria del turismo), Riccardo Di Stefano (education), Giorgio Marsiaj (space economy), Aurelio Regina (energia), Mario Zanetti (economia del mare). La squadra si avvarrà anche del contributo di tre special advisor: Antonio Gozzi (autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività), Gianfelice Rocca (Life Sciences), Alberto Tripi (Intelligenza Artificiale).
Per otto anni Maurizio Stirpe è stato vicepresidente di Confindustria, prima con Vincenzo Boccia, poi con Carlo Bonomi. Ha gestito le deleghe al lavoro e alle relazioni industriali. Un’esperienza sicuramente importante e positiva. Si chiude una fase.
Confindustria ancora una volta ha scelto la strada della compattezza. Inoltre ci sono segnali di rinnovamento, necessari per affrontare le sfide del presente ma soprattutto del futuro. I costi della transizione energetica, una siderurgia meno inquinante, l’automotive che dovrà fare i conti con il blocco delle vendite di auto con motore endotermico dal 2035, il fattore green nell’edilizia, le dinamiche produttive e salariali sono tematiche che richiederanno competenza, coraggio e decisioni impopolari. La sensazione è che Orsini prediliga un approccio più associativo che politico. Parametrato sulle competenze.
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