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Il caso

Da prova regina per l'omicidio a terremoto. Effetto boomerang per il video

Dopo la pubblicazione online dei frame della videosorveglianza del Comune, c'è stato l'esposto in questura, la segnalazione al Garante e ora pure le dimissioni dell'assessore

omicidio via aldo moro

L'arrivo della polizia e dei soccorsi sul luogo dell'omicidio e del triplice tentato omicidio

Il video del Comune di Frosinone dell'omicidio allo Shake bar come una sorta di contrappasso. Prima la naturale soddisfazione dell'amministrazione comunale, con in testa il sindaco Riccardo Mastrangeli, per aver contribuito, grazie a una telecamera dell'ente piazzata sulla strada proprio nei pressi del locale, a chiarire la dinamica dello scontro, poi sfociato nella sparatoria costata la vita all'albanese Kasem Kasmi, 27 anni, e nel triplice tentato omicidio. Poi l'uscita del video, che era stato acquisito dalla procura di Frosinone come fonte di prova contro Mikea Zaka, il ventitreenne arrestato con l'accusa di aver sparato ai quattro connazionali, dal Centro elaborazioni dati del Comune e finito on-line, salvo essere rimosso da lì a qualche ora.

Ne è seguito un terremoto che ha prodotto un esposto del sindaco Riccardo Mastrangeli alla questura di Frosinone. Quest'ultima ora accerterà come e perché quel video, che non avrebbe dovuto vedere nessuno, sia divenuto di pubblico dominio, con una sorta di discovery delle prove quando molti atti andavano ancora compiuti e all'indomani dell'interrogatorio di garanzia dell'arrestato, avvalsosi della facoltà di non rispondere.

Ma non solo. Lo stesso Comune nel giro di 24 ore dalla scoperta della "fuga del video" ha dovuto effettuare una notifica al Garante per la protezione dei dati personali per gli opportuni provvedimenti in merito alla violazione della privacy. Bisognerà capire chi dall'interno dell'ufficio abbia contribuito a rendere pubbliche quelle immagini. Ma il Comune rischia ora per lo meno una sanzione.

Ne sono seguite accese polemiche che hanno direttamente coinvolto l'amministrazione comunale e l'ufficio deputato a custodire le immagini registrate dalle telecamere del Comune. Un accesso garantito da severe normative tanto che, in più di un'occasione sono dovuti intervenire i tribunali amministrativi regionali per consentire ai cittadini di ottenere dai Comuni l'esibizioni delle immagini richieste per ragioni di giustizia.

La divulgazione delle immagini è stata come un detonatore che ha accelerato la crisi in maggioranza: l'assessore Alessandra Sardellitti, tra le cui competenze c'era anche l'innovazione tecnologica, ha fatto un passo indietro rassegnando le dimissioni.

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