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La ricostruzione

Riconosciuto il crimine di guerra, risarcimento record

Nel novembre del 1943 fu trucidato dai soldati tedeschi lungo la linea Gustav. Il tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto dei figli al risarcimento dei danni per 700.000 euro

Riconosciuto il crimine di guerra,  risarcimento record

È stato ammazzato per mano tedesca durante il secondo conflitto mondiale, ora il Tribunale di Roma ha riconosciuto il crimine di guerra e gli eredi avranno 700.000 euro di risarcimento danni.
La sentenza è arrivata nella giornata di martedì quando i giudici hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Sergio Messore e Giovanni Marrocco per conto degli eredi di un cittadino che viveva in un comune posto sulla linea Gustav, e che nel novembre del 1943 fu barbaramente trucidato dai soldati tedeschi che occupavano militarmente il paese.

La storia
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 i tedeschi si erano stabiliti nel Comune terrorizzando la popolazione, sia per farsi consegnare cibo e bevande, sia per rastrellare uomini e ragazzi da impiegare nel loro esercito.
La vittima, che cercava di sfuggire alla cattura da parte dei soldati del Terzo Reich, nascondendosi nei boschi, la sera fece rientro a casa; purtroppo arrivarono i militari tedeschi che lo prelevarono e lo portarono fuori della sua abitazione e qui, davanti alla moglie e ai figli in tenera età, lo uccisero con 7 colpi di pistola.

A distanza di 80 anni del tragico evento il Tribunale ha accertato che il barbaro omicidio deve essere qualificato come crimine di guerra e contro l'umanità e ha riconosciuto il diritto dei figli al risarcimento dei danni che ha quantificato in complessivi circa 700.000 euro.

Il fondo speciale
Il procedimento è iniziato nel 2022, quando cioè il Governo ha istituito presso il Mef - nel mese di aprile - un fondo speciale per risarcire i danni delle vittime dei crimini di guerra, per mano tedesca, dal primo settembre del 1943 all'otto maggio del 1945.
Un rito speciale quello che ha portato alla sentenza a favore degli eredi della vittima, un procedimento che ha avuto le sue "prove" attraverso certificazioni da cui risultava l'assassinio, attraverso documenti ma anche volumi.
Un sentenza tra le prime presso il tribunale di Roma, diverse decine ancora i giudizi in attesa di decisione solo nel Cassinate.

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