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L'inchiesta

Nigeriano accoltellato. La ricostruzione del Ris: tre piste

Sentito il maggiore del Ris che ha effettuato l'incidente probatorio. Non si esclude che sia stato colpito ma anche che la ferita sia dovuta al tentativo di bloccare un gesto autolesionista

Nigeriano accoltellato. La ricostruzione del Ris: tre piste

I carabinieri nell'appartamento in cui il nigeriano è rimasto ferito il giorno in cui il maggiore del Ris ha effettuato gli accertamenti per l'incidente probatorio

Nigeriano morto, prosegue l'incidente probatorio per l'esame degli accertamenti condotti all'interno dell'appartamento dove Kelvin Mene si sarebbe ferito.
Davanti al gip Antonello Bracaglia Morante c'è stata la relazione del maggiore del Ris Cesare Rapone che ha effettuato, il 22 novembre, l'accertamento nella casa di via Ferrarelli. Tre le ipotesi sul campo. Poche, comunque, le certezze per cui si procede nel campo delle probabilità. Per prima cosa, però, dagli accertamenti è stato escluso che il nigeriano possa essersi ferito accidentalmente, mangiando, come dallo stesso dichiarato ai medici e ai carabinieri. Cge, infattiu, non gli hanno mai creduto.

Il nigeriano era stato trovato, ferito in strada, da alcuni passanti il 6 ottobre. Un giallo nel giallo, visto che l'uomo si era ferito in casa, da dove, una delle nigeriane, quella che lo ospitava aveva allertato i soccorsi. Solo che al momento dell'arrivo dell'ambulanza delle due donne non c'era più traccia. Una peraltro, quella che è considerata la fidanzata, si è allontanata da Frosinone per diverso tempo, salvo poi esser rintracciata dai carabinieri. Lo scenario è cambiato dodici giorni dopo il ferimento quando, il 18 ottobre, Mene, ricoverato all'ospedale del capoluogo, è deceduto. La procura ha così aperto un'inchiesta per omicidio volontario e ha disposto l'esame autoptico e poi, a cascata, tutta una serie di accertamenti nell'appartamento e sugli abiti.

Secondo quanto riferito dal maggiore del Ris, dunque, sarebbe escluso anche un agguato, visto che non sarebbero state rinvenute lesioni compatibili con un tentativo di difesa. Le ipotesi più probabili, allora, sono che Mene sia stato colpito da una persona, che sia stato ferito mentre qualcuno ha tentato di bloccarlo mentre stava per colpirsi da solo. Da ultimo, non completamente escluso che l'uomo possa essersi autoinferto la ferita che poi lo ha portato alla morte.
Nell'appartamento, comunque, sono state rinvenute tracce di sangue sulla moquette, sugli indumenti della vittima e della fidanzata. Possibile pure che una maglia sia stata usata per tamponare la ferita. Rinvenute a terra tracce biologiche miste, dell'uomo e di una delle ragazze. Resta poi un dubbio sulla datazione di alcune tracce, considerato che l'appartamento è stato utilizzato nei giorni successivi al ferimento e fin quando non è stato sequestrato dall'autorità giudiziaria una volta che si è verificato il decesso di Mene.

Nel frattempo proseguono gli altri accertamenti. E le comparazioni di quanto finora ricostruito con l'esito della perizia autoptica depositata dal medico legale incaricato dalla procura. L'arma, un coltello, un punteruolo o un paio di forbici non è stata rinvenuta. Gli oggetti trovati in casa, infatti, non sono stati ritenuti compatibili con la ferita del nigeriano. Le due ragazze sono assistite dagli avvocati Pierluigi Taglienti, Alfredo Frasca e Paola Fedele.

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