Spazio satira
Giudiziaria
25.02.2024 - 09:00
Il tribunale di Frosinone
In primo grado è stato condannato a tre anni e un mese. Condanna confermata, venerdì scorso, dalla Corte d'Appello di Roma, quarta sezione, per un sessantenne del capoluogo, accusato di lesioni aggravate nei confronti di un vicino, un cinquantasettenne. Tra i due frusinati e i rapporti non erano idilliaci. I fatti contestati risalgono a maggio del 2017.
La ricostruzione
Il primo screzio mentre i figli giocavano nel cortile della palazzina, con una "pallonata" di troppo che aveva acceso gli animi. Poi altre discussioni anche per questioni condominiali, fino ad arrivare a un vero e proprio pestaggio, avvenuto in ascensore. Lui, M.L, è finito così a processo per lesioni volontarie gravissime nei confronti del vicino. Stando alle accuse, una mattina del mese di maggio di sette anni fa, alle 5.30, nella palazzina dove abitano, sono dovuti intervenire gli operatori del 118 con tre ambulanze, le forze dell'ordine e anche la polizia scientifica. Il cinquantasettenne era in ascensore con il volto ricoperto di sangue. Sangue che era finito anche sullo specchio e in ogni angolo. Il sessantenne avrebbe atteso al piano terra l'arrivo del vicino, uscito per andare a lavorare. Quando si è aperto l'ascensore, la vittima si sarebbe trovata davanti il sessantenne che lo avrebbe colpito con pugni, facendogli perdere anche i sensi. La moglie della parte offesa, avendo avvertito il trambusto è corsa al piano terra. Sarebbe stata aggredita anche lei e minacciata. L'imputato, invece, si era difeso sostenendo di essere stato lui il primo ad essere aggredito. Tutti e tre hanno dovuto fare ricorso alle cure in ospedale. Anche il sessantenne si è fatto refertare riportando una prognosi di 5 giorni. Ricoverato, invece, d'urgenza il cinquantasettenne con diverse fratture. Poi il trasferimento in un ospedale romano dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la ricostruzione parziale della mandibola e di uno zigomo. A processo era finito anche il cinquantasettenne, difeso dall'avvocato Nicola Ottaviani, poi assolto. Condanna confermata, invece, a tre anni e un mese, senza sospensione della condizionale, per il sessantenne, che rischia di finire in carcere. Condannato anche al risarcimento dei danni.
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