Cerca

Mobilità

Il sindaco Riccardo Mastrangeli: «Vi spiego le vie 30»

Il primo cittadino: «Non faremo multe non sono per fare cassa, ma a salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini»

strada 30 corso lazio frosinone

La strada 30 a corso Lazio

Ridurre la velocità per salvaguardare la salute dei cittadini e l'incolumità di pedoni e ciclisti. È l'obiettivo che il sindaco Riccardo Mastrangeli intende perseguire con la riduzione, da ieri, a trenta del limite di velocità su dodici strade nella zona bassa. Il primo cittadino, però, parla di strade 30 e non di zone 30.

Una precisazione semantica che, seppur non cambi la sostanza per gli automobilisti tenuti ad alzare il piede dall'acceleratore, Mastrangeli la spiega così: «Le zone 30 a Frosinone esistono da 14 anni, non sono un'invenzione di oggi. Noi non andiamo a fare delle altre zone 30 che sono una variazione del piano generale del traffico urbano ma vie, che sono circostanziate, in ragione della circolare del ministero delle Infrastrutture. La zona 30 riguarda il perimetro di un'area estesa, le vie 30 che andiamo ad attenzionare ora sono dei segmenti di percorso. Noi non siamo assolutamente contro il ministro Salvini, ma andiamo in aderenza a ciò che indica».

In base alla circolare ministeriale, presenza di ospedali, scuole, parchi, impianti sportivi, piste ciclabili, restringimenti di carreggiata e di accessi carrabili e assenza di marciapiedi il limite a 30 è stato introdotto su via Puccini, via Fontana Unica, via Mola Vecchia, via Grappelli, via don Minzoni, via Monteverdi (da via Refice a via Mascagni), corso Lazio, via Portogallo, viale Grecia, corso Francia (tra viale Grecia e viale Europa).
Quanto alle motivazioni della rivoluzione sul traffico, Mastrangeli chiarisce il punto: «Lo facciamo solo su alcune strade e lo facciamo per motivi di carattere ambientale e di sicurezza e quindi a tutela di pedoni e ciclisti».

Il sindaco prova a stemperare il clamore mediatico del provvedimento, assurto a questione nazionale sulla scia del progetto Città 30 a Bologna. «Ad esempio, su via Fontana Unica non ci sono i marciapiedi e sono anni che si va a 30 all'ora; via Fosse Ardeatine è zona 30 dal 2010 perché ci sono due scuole, così come viale Madrid». Sul fronte dei controlli e delle sanzioni, il primo cittadino ha un approccio conciliante. Del resto a Olbia, la prima città d'Italia a introdurre le zone 30, si è atteso un anno prima di passare alle sanzioni. Anche se lo stesso ministero delle Infrastrutture vorrebbe vietare l'uso degli autovelox laddove il limite è inferiore ai 50 orari.

«L'obiettivo è arrivare presto su un piano educativo e di coscienza civile. Non fare cassa. Il provvedimento è a tutela dell'ambiente… chiaro che, con il tempo, l'azione sarà diversa. Vogliamo abituare la gente ad avere un atteggiamento consapevole e maturo per avere meno emissioni da combustibili fossili e quindi tutelare la salute di piccoli e grandi. Una velocità costante riduce la produzione di Pm2,5 che proviene dai freni e dal rotolamento delle gomme. L'atteggiamento quindi per il momento sarà tollerante. Ripeto non vogliamo fare cassa».

Il capogruppo Dem in consiglio comunale, Angelo Pizzutelli, aveva contestato al sindaco di partire dallo Scalo. «A parte che la misura non investe solo lo Scalo, ma anche altre zone ma sullo Scalo c'era una scopertura. Con le zone 30 erano già coperte dal 2010 il centro storico, la zona di via Valle Fioretta, i Cavoni, la zona di via Adige e Colle San Pietro. Sono cose ormai antiche che i cittadini di Frosinone hanno ampiamente somatizzato e con le quali ci conviviamo da tempo senza problemi e non vedo perchè dovrebbero sorgere proprio ora».

A proposito di zone 30, nella relazione al piano generale del traffico urbano, nell'aggiornamento del 2010, si leggeva: «Le "zone 30" individuano una porzione di rete viaria urbana oggetto di sistemazioni specifiche riconducibili alla filosofia della moderazione del traffico. Esse permettono di ottenere due risultati. Il primo riguarda il tema della sicurezza stradale» con «una significativa diminuzione del numero degli incidenti stradali e della loro gravità (specialmente quelli con pedoni coinvolti). A velocità basse l'automobilista è infatti più disposto a concedere la precedenza agli altri utenti della strada. Un secondo risultato riguarda un più generale miglioramento della qualità ambientale, in quanto una guida più regolare, senza accelerazioni o frenate brusche, consente una diminuzione del rumore (fino a 4-5 dB(A) in meno) e delle emissioni inquinanti (diminuzione del 10-30%, a seconda degli agenti inquinanti), peraltro senza provocare un significativo aumento dei tempi di percorrenza».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione