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In memoria

A ottant'anni dal naufragio per non dimenticare l'Oria

Presente in Grecia anche una delegazione dalla Ciociaria. Il 12 febbraio 1944 morirono oltre 4.000 soldati italiani, 99 del Frusinate

A ottant'anni dal naufragio per non dimenticare l'Oria

Foto di gruppo con autorità e familiari giunti in Grecia per le commemorazioni ufficiali

C'era anche una delegazione dalla Ciociaria per rendere onore ai caduti dell'Oria.
Ottant'anni fa, il piroscafo norvegese Oria che trasportava dalle isole di Rodi e Leros i prigionieri italiani che avevano rifiutato di continuare la guerra con i nazi-fascisti con destinazione finale i campi di prigionia tedeschi come internati militari, si inabissava tra Capo Sounio e Atene il 12 febbraio 1944. Fu la più grande tragedia navale della Seconda guerra mondiale con quasi 4.200 caduti, per la stragrande maggioranza militari italiani catturati dopo l'8 settembre nelle isole del Dodecaneso, che erano diventate italiane dopo la Guerra di Libia. E che dopo l'armistizio erano cadute in mano tedesca.

Si salvarono solo 21 militari, con loro anche sei tedeschi e un greco.
A perdere la vita in quello spicchio del mare Egeo anche 99 soldati partiti dalla provincia di Frosinone. Diversi periranno nei naufragi di altre carrette del mare, come Petrella, Donizetti, Sintra, uniti dalla stessa sorte. Per mesi il mare restituì i cadaveri dell'Oria, che ebbero sepoltura in fosse comuni di fronte all'isolotto di Patroklos. Una memoria tenuta viva dagli abitanti della zona. Qualcuno più fortunato per oltre una settimana scavò fosse per seppellire i corpi dei propri commilitoni.

Ora in quel tratto di mare, dal 2014 sorge un monumento commemorativo.
La storia dell'affondamento dell'Oria, durante una tempesta, per lunghi anni è stata dimenticata. Solo negli ultimi anni, grazie a una serie di ritrovamenti da parte di sub greci e alle ricerche da parte della rete delle famiglie dei caduti, che ha creato anche un sito internet, quella storia è stata riscoperta e valorizzata con una serie di eventi e commemorazioni. Negli anni al largo dell'isola di Patroklos, dove avvenne l'affondamento, si sono susseguite le più importanti autorità, tra cui i presidenti delle Repubbliche di Grecia e Italia.

In Grecia, quest'anno per l'ottantennale della tragedia, c'era la famiglia Pescosolido, attiva nel gruppo di ricerca sin dall'inizio e che non manca mai di partecipare ai viaggi in Grecia per ricordare Alfredo Pescosolido, nato ad Arce il 14 maggio del 1918 e perito sull'Oria. Importante anche la numerosa rappresentanza da Coreno Ausonio, con il sindaco Simone Costanzo, grazie alla Pro Loco di Coreno, entrata in contatto con il comitato dei familiari.

Di Coreno, infatti, erano due soldati Alessandro Casaregola e Federico Cristino. dei 99 caduti, sei erano di Esperia e Monte San Giovanni Campano, i paesi che hanno dato il più alto tributo di sangue a questa tragedia. Pontecorvo, Sant'Apollinare e Veroli hanno avuto quattro concittadini periti in Grecia. Tra gli imbarcati risultano otto soldati monticiani, cinque sorani e verolani. I più giovani avevano ventuno anni.

Lo scorso 10 febbraio tutto il gruppo di familiari, circa 80 persone, proveniente da varie parti d'Italia ha visitato il museo della Guerra di Atene, dove una teca è stata dedicata ai reperti ritrovati sul relitto e alla memoria del piroscafo norvegese.
«La teca nel museo è un passaggio importante per la tutela del relitto, e completa un tassello dei rapporti tra Italia e Grecia nel periodo bellico, nel ricordare non solo la nostra presenza (come invasori, oggi accolti fraternamente), ma anche l'importante contributo che il Corpo di spedizione Greco dette alla liberazione del nostro Paese, combattendo importanti battaglie tra cui quella di Rimini del settembre 1944», fanno sapere dalla rete.

L'11 febbraio si è tenuta la cerimonia al monumento sulla costa del naufragio. Presenti alle celebrazioni anche i rappresentanti della nostra ambasciata ad Atene, autorità militari e civili greche, subacquei da varie parti del mondo (Italia, Grecia e Stati Uniti) che partecipano alle ricerche sul relitto, autorità religiose cattoliche ed ortodosse e rappresentanze civili e militari di altri Paesi. Tra questi, l'addetto militare tedesco a cui è stato rinnovato l'affetto dei familiari dell'Oria, nello spirito di pace con cui si ricordano tutte le vittime presenti sul Piroscafo.
Nel pomeriggio dell'11 febbraio, i familiari, sulla spiaggia in vista dell'isola di Patroklos, hanno effettuato una lettura corale dei nomi di tutti i caduti.

In Grecia era presente una delegazione del Comune di Coreno Ausonio con il sindaco Simone Costanzo che dice: «Siamo andati con i familiari per rendere omaggio a due nostri soldati. Abbiamo fatto uno studio sull'Oria e siamo in contatto con la rete dei familiari dei caduti. Abbiamo anche invitato i nostri amici greci per l'ottantesimo della liberazione di Coreno».
Coreno intitolerà una strada o una piazza a questi due caduti come hanno fatto in questi anni altri Comuni? «Ci stiamo pensando», conclude il sindaco.

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