Spazio satira
Il delitto
16.02.2024 - 13:00
Gli agenti di polizia con il pm Vittorio Misiti sotto casa di Romina De Casare il giorno della scoperta dell'omicidio
«Pietro Ialongo ha agito per una forma di gelosia e di possesso». E, nel momento in cui uccideva Romina De Cesare era capace di intendere e volere.
Sono i risultati cui è giunto il consulente tecnico d'ufficio il dottor Peppino Nicolucci, neurologo e psicologo. Al medico la Corte d'assise di Frosinone, presieduta dal giudice Francesca Proietti, aveva chiesto di verificare le condizioni psicofisiche dell'imputato e, nel caso avesse accertato una malattia, spiegare se i disturbi abbiano inciso, e in che misura, sull'omicidio.
All'udienza, l'ultima prima della discussione e la sentenza, prevista per il 21 marzo, erano presenti il padre di Romina, Mario De Cesare e l'imputato Pietro Ialongo, che non ha mai incrociato lo sguardo con il primo. Il quarantenne Ialongo, originario di Cerro al Volturno come l'ex fidanzata, è accusato di aver ucciso con 14 coltellate Romina, 36 anni, al culmine di una lite, il 2 maggio del 2022 nell'appartamento di via del Plebiscito che la coppia condivideva. Poi Ialongo fuggì verso il mare e fu arrestato a Sabaudia.
Il dottor Nicolucci ha spiegato alla Corte che il primo colloquio fissato, in carcere, con Ialongo è saltato perché l'imputato era voluto rientrare in cella a prendere il cuscino che porta sempre con sè, anche in tribunale. Un particolare sul quale il medico si soffermerà successivamente.
Il consulente ha raccontato la ricostruzione del fatto emersa dal colloquio. E, quindi, dopo il litigio, la stretta al collo, la caduta di lei contro la quale Ialongo - secondo quanto riferito al medico - «ha poi infierito con il coltello».
Il consulente ha notato che Ialongo è fortemente condizionato da un incidente stradale, avuto a 16 anni, dal quale ha riportato seri danni a una gamba. «Questo ha improntato tutta la sua vita - ha spiegato Nicolucci - Anche la descrizione del fatto è improntata su questo aspetto». Il medico ha rilevato che «dopo aver tentato, anche in modo inverosimile il suicidio, Ialongo stava cercando di rientrare a casa per vedere cosa avesse fatto la ragazza».
Ma alla sua domanda perché non avesse chiamato la polizia, poi intervenuta successivamente su richiesta del nuovo fidanzato di Romina che non riusciva a contattarla da ore, non ha ottenuto una risposta significativa.
Al che il medico ha concluso per una «personalità ossessiva narcisista», aggiungendo di non aver rilevato «una patologia tale da assurgere a grande patologia psichiatrica. Non è incapace di intendere». Quanto al reato si tratta di «un reato di impulso e di impeto. La mancanza di controllo è stata minima e transitoria, legata alla discussione. Ha agito per una forma di gelosia e di possesso. A mio avviso, è incapace di progettare una sostituzione affettiva. Io la lascio andare e poi cosa ho? Assolutamente nulla».
E sul pentimento, Nicolucci ha osservato: «Non ci sono elementi di pentimento significativi. Il suo problema è quello fisico». E qui il dottore ha fatto di nuovo cenno al rinvio dell'incontro a causa della mancanza del cuscino. «Il cuscino assume un aspetto feticistico».
L'imputato, insomma, «continua a manifestare comportamenti ossessivi, ma non è da considerare pericoloso. Non è incompatibile con il regime di detenzione».
Alle domande della parte civile, il dottore ha chiarito che Ialongo portava sempre con sè il coltello regalatogli da Romina e che poi è stata usato per ucciderla, che le discussioni nella coppia riguardavano questioni economiche. «Lui voleva una parte per l'acquisto dell'auto e che venisse chiarita la voltura su alcune utenze». Quindi il medico ha ricordato che in passato i due si erano lasciati. «Negli ultimi tempi il rapporto era traballante», ha concluso il medico.
Prima della conclusione dell'udienza la difesa di Ialongo, avvocato Riccardo Di Vizio, ha chiesto al pm Vittorio Misiti di modificare il capo d'imputazione sulle aggravanti, che sono lo stalking, il rapporto di convivenza e l'attuale relazione affettiva. Per la difesa la convivenza e la relazione affettiva sono alternative. Il pm lo valuterà in sede di discussione che ci sarà il 21 marzo.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione