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L'operazione

Inchiesta BpF, Luca Lazzari lascia i domiciliari

Misura sostituita con il divieto di dimora a Frosinone. È il secondo dopo il notaio Federico Labate

Inchiesta BpF, Luca Lazzari lascia i domiciliari

Un'immagine dell'operazione di martedì della scorsa settimana

Anche Luca Lazzari lascia gli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip che ha sostituito la misura con il divieto di dimora a Frosinone.
È il secondo indagato, nell'inchiesta che ha toccato anche la Banca popolare del Frusinate, a lasciare gli arresti domiciliari (l'altro è il notaio Federico Labate, per il quale ora c'è il divieto di dimora in Ciociaria). Entrambi erano stati destinatari, martedì della passata settimana dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Frosinone Ida Logoluso a carico di nove persone, due in carcere (Angelo De Santis e Marino Bartoli) e sette ai domiciliari, su richiesta del sostituto procuratore Adolfo Coletta.

Per Lazzari, in passato funzionario dell'ufficio Corporate della Banca popolare del Frusinate, l'avvocato Fabiano De Santis che lo assiste aveva chiesto la revoca della misura al termine dell'interrogatorio di garanzia. Interrogatorio nel quale l'indagato ha offerto il suo contributo, rispondendo alle domande del gip (diversi indagati invece si sono avvalsi della facoltà di non rispondere). Non ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, il difensore aveva promosso l'istanza.

Ora un primo passo con la sostituzione dei domiciliari (che erano a tempo, per due mesi) in divieto di dimora a Frosinone. Il legale sta valutando se presentare ricorso al tribunale del Riesame. L'obiettivo è far cadere anche il divieto di dimora.
Intanto, più di qualche indagato ha già presentato ricorso al Riesame, mentre altri stanno decidendo. Nel collego difensivo gli avvocati Pierpaolo Dell'Anno, Sandro Salera, Angelo Testa, Giorgio Igliozzi, Paolo Marandola, Alberto Bonu, Massimiliano Contucci e Massimo Mercorelli.

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