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La vicenda

Maltratta la ex e la perseguita per due anni. Pena confermata

La Corte d'appello di Roma mantiene la pena per un imprenditore che era stato denunciato dall'ex moglie. L'uomo era stato assolto in due procedimenti in Valle d'Aosta

Maltratta la ex e la perseguita per due anni. Pena confermata

Assolto per i fatti in Valle d'Aosta, condannato per quelli di Frosinone.
È la storia dell'imprenditore F.S., 36 anni, assurto agli onori della cronaca per essere andato in vacanza a Courmayeur con la Ferrari nello stesso periodo in cui c'era l'ex moglie. Ad Aosta aveva subito due processi, uno per aver violato il divieto di non avvicinarsi alla donna, per il quale in primo grado era stato condannato a un anno e mezzo, ma poi in appello era stato assolto, il secondo per stalking, reato dal quale è stato assolto in primo grado.
Lo scorso 30 gennaio la prima sezione della Corte d'appello di Roma, invece, ha confermato la condanna a due anni per l'imprenditore ciociaro per il reato di maltrattamenti in famiglia con l'aggravante di aver commesso il fatto in presenza dei figli minori della coppia.

Davanti al tribunale di Frosinone l'uomo era accusato di atti persecutori e maltrattamenti, ma il tribunale alla fine ha ricondotto le contestazioni nel solo reato di maltrattamenti in famiglia. Un'impostazione che la Corte d'appello ha inteso confermare. L'ex moglie in questo procedimento, si è costituita parte civile con l'avvocato Riccardo Masecchia.
All'uomo, che è difeso dall'avvocato Nicola Ottaviani, erano contestati, per gelosia, maltrattamenti nei confronti della donna anche in presenza dei figli minori, con comportamenti ritenuti «violenti, minacciosi e denigratori». Secondo la denuncia avrebbe più volte minacciato la donna con frasi come «faccio una strage», «vedrai che ti succede» «ti brucio viva insieme a tutto il tuo sangue» e simili.

In un'occasione, durante un litigio, l'imputato avrebbe spinto fuori dall'auto la donna, lasciandola in strada per dieci minuti, prima di andarla a riprendere su insistenza della figlia di sette anni. Un'altra volta solo perché la donna non sbloccava il telefono, l'uomo la colpiva, lanciadole contro il cellulare e rompendo suppellettili in casa tanto che era richiesto l'intervento dei carabinieri. L'uomo così si allontanava per andare a Roma da un'altra donna con la quale aveva una relazione. Era accusato poi di aver rotto la porta di collegamento tra i piani dell'appartamento coniugale, che i due si erano divisi. Infine, l'uomo avrebbe cercato di entrare in casa una notte, costringendo la donna a fuggire e a chiedere nuovamente l'intervento dei carabinieri.

Ma non solo. L'ex moglie ha presentato svariate denunce nei confronti dell'uomo. Una di queste è per i reati di diffamazione e stalking perché - sostiene l'accusa - lui «con reiterate condotte minacciose, violente e moleste cagionava all'ex moglie un perdurante stato di ansia e di paura, idoneo a farla temere per l'incolumità propria e costringerla ad alterare in maniera significativa la propria abitudine di vita». Quando alla diffamazione, l'uomo è accusato di aver pubblicato su Instagram un video nel quale avrebbe offeso e minacciato la donna, definendola, tra le altre cose «psicopatica» e «malata di mente». I fatti oggetto di denuncia coprono un arco temporale che va dal novembre 2022 al febbraio 2023. Per questi fatti il giudice per le indagini preliminari ha fissato l'udienza preliminare per il 3 maggio.

Altra querela presentata dalla donna è per i reati di maltrattamenti in famiglia, in continuazione con il procedimento per cui c'è stata la condanna in appello, con l'accusa di controllarle gli spostamenti e di essere entrato senza permesso nell'abitazione coniugale dove abitava l'ex moglie e nell'auto di lei, nonché per violazione dei provvedimenti di allontanamento perché, a febbraio del 2022, sarebbe entrato nell'abitazione dell'ex per prendere le seconde chiavi dell'auto in modo da lasciare all'interno della vettura una rosa.
Inoltre al 25 marzo è fissata un'altra udienza, con giudizio immediato, nella quale l'uomo dovrà difendersi dall'accusa di essersi sottratto agli obblighi di assistenza materiale nei confronti dei figli minori, omettendo di versare per intero l'assegno di mantenimento e di rimborsare il 100% delle spese straordinarie per esigenze mediche, scolastiche, sportive e ricreative.

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