Spazio satira
L'intervista
02.02.2024 - 20:59
Il dottore Gaetano Lanzetta, direttore del dipartimento di oncologia e cure palliative Ini Grottaferrata
La giornata mondiale contro il cancro rappresenta un'importante occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce nella lotta contro questa malattia.
Per fare il punto sui numeri e sui progressi dell'oncologia in Italia abbiamo intervistato il dottore Gaetano Lanzetta, direttore del dipartimento di oncologia e cure palliative Ini Grottaferrata
Dottor Lanzetta, qual eÌ‚¬ la situazione oggi sulle patologie oncologiche in Italia?
«Gli ultimi dati relativi al 2023 riportati da Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, riportano una stima di 395.000 nuove diagnosi di tumore, con leggera prevalenza tra gli uomini e, purtroppo, un trend in crescita nel triennio post pandemia. Parliamo di 18.400 diagnosi in piuÌ‚¬ rispetto alle 376.600 del 2020). Nel dettaglio, per tipologia di tumore nel 2023 il carcinoma della mammella eÌ‚¬ il piuÌ‚¬ diagnosticato (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). Nei prossimi 2 decenni il trend saraÌ‚¬ crescente: le previsioni parlano di incrementi medi annui dell'1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne».
Quali sono i fattori principali che incidono su questa crescita dei casi?
«Insieme ad un aumento dell'etaÌ‚¬ media della popolazione nei paesi industrializzati e a stili di vita non adeguati, il motivo principale eÌ‚¬ dovuto al decremento della partecipazione agli screening, quella che comunemente chiamiamo prevenzione secondaria. Alcuni dati per fotografare la situazione: -3% a livello nazionale con punte del -43% per lo screening mammografico e -27% per il colorettale. Nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici e questo eÌ‚¬ preoccupante».
Tuttavia ci sono anche aspetti molto positivi.
«SiÌ‚¬, estremamente positivi e che devono infondere grande fiducia ai pazienti. Oggi in Italia si muore meno per il cancro: si stima che nel periodo tra il 2007 e il 2019 siano state salvate quasi 270.000 vite, grazie anche a cure sempre piuÌ‚¬ efficaci. L'oncologia sta vivendo una fase di grande e positiva evoluzione: si parla ormai di "medicina di precisione", con percorsi di cura sempre piuÌ‚¬ tarati sulla specifica patologia tumorale e sul singolo paziente. E l'aspettativa di vita si eÌ‚¬ decisamente allungata. Certo, diagnosticare il tumore in fase precoce eÌ‚¬ fondamentale per cui vorrei far passare un messaggio fondamentale: mai come oggi gli screening e la prevenzione possono salvare la vita. Invito tutti, nessuno escluso, a partecipare e divulgare le opportunitaÌ‚¬ di sottoporsi agli screening preventivi».
Abbiamo parlato di prevenzione secondaria. Parliamo di prevenzione primaria: cosa si intende e cosa vuol dire per il paziente? È tutto cioÌ‚¬ che possiamo fare per non diventare pazienti.
«Mi spiego meglio: ci sono ormai centinaia di studi scientifici, e non mi stancheroÌ‚¬ mai di ripeterlo, che hanno certificato che adottare corretti stili di vita riduce il rischio di ammalarsi di tumore».
Come si traduce nella pratica?
«In quelle che mi piace definire le dieci regole d'oro della prevenzione. Innanzitutto eliminare il fumo, preferibilmente anche quello da sigaretta elettronica. Secondo moderare il consumo di alcol. Terzo adottare un'alimentazione sana ed equilibrata. Quarto contrastare l'aumento di peso. L'obesitaÌ‚¬ e sedentarietaÌ‚¬ sono fattori di rischio. Quinto evitare esposizioni eccessive ai raggi solari. Sesto attenzione ai rischi ambientali, soprattutto nei luoghi di lavoro che possono esporre a sostanze cancerogene. Settimo fare attenzione alla comparsa di noduli, sangue nelle feci o urine, cambiamenti dei nei e, nel caso, rivolgersi subito a un medico. Ottavo fare attenzione ai sintomi persistenti: tosse, raucedine, perdite di peso improvvise, febbre, sudorazione che non passano. Nono sottoporti a Pap-Test con regolaritaÌ‚¬. E infine eseguire regolarmente l'autopalpazione al seno e, nel caso, rivolgersi subito al medico specialista».
Lei eÌ‚¬ direttore del dipartimento di oncologia dell'Ini Grottaferrata.
«Cosa puoÌ‚¬ fare nella sua struttura per le patologie oncologiche? Ini Grottaferrata eÌ‚¬ una struttura completa per la prevenzione, diagnosi e cura delle patologie oncologiche, a partire dalle visite specialistiche.
È un dipartimento completo, che tratta il caso a 360 gradi, in equipe multidisciplinari: dalle analisi di laboratorio, alla diagnostica per immagini nella quale disponiamo di macchinari di ultima generazione: Tc, Risonanza, ecografi, mammografi, tutti all'avanguardia.
Abbiamo una sezione di diagnostica senologica, ambulatori specialistici di ogni branca, endoscopia digestiva per gastroscopie e colonscopie, un reparto per i ricoveri, una radioterapia di ultima generazione, la riabilitazione oncologica e anche un reparto hospice.
Tutti integrati per una completa presa in carico del paziente oncologico».
Un'ultima domanda, dovuta. Negli ultimi tempi l'Ini e in particolare l'oncologia sono stati al centro di una bufera giudiziaria, risolta con l'archiviazione recentemente. Il fatto non sussiste. Come si sente oggi, dopo questa notizia?
«Per un oncologo essere accusato di lucrare sulle cure ai pazienti eÌ‚¬ un dolore personale immenso. Ma ho sempre potuto guardare negli occhi i pazienti, percheÌ ero certo dell'infondatezza delle accuse. Ci sono stati momenti difficili. Ma non ho mai smesso di lavorare e stare vicino ai pazienti e continueroÌ‚¬ a farlo da oggi in poi».
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